Testi di scrittura creativa di alcuni studenti

Elenca dieci oggetti che metteresti in una capsula del tempo, in modo che i tuoi discendenti li ritrovino tra cinquecento anni.

a cura di Greta C., classe 3^G

Oggi mi ha chiamato zio Bob dicendo che aveva una sorpresa per me, ma non mi ha detto cosa fosse.  Ha detto di pensare a dieci oggetti a mia scelta con delle motivazioni da scrivere in una lettera, ma io non so ancora cosa mettere. È appena arrivato zio Bob con una scatola, tra me e me penso che sia la sorpresa,  più banale che abbia mai ricevuto perché non ne capisco l’utilità.

Questa scatola è una specie di gioco: lo zio mi chiede di mettere in una capsula del tempo, 10 oggetti da lasciare ai miei discendenti fra cinquecento anni.

Al primo impatto, sono scettica. Poi inizio a pensare e uno dei criteri che mi guida nella scelta è mostrare ai miei discendenti dei pezzi di vita quotidiana, immaginando che la loro vita sia molto diversa e nello stesso tempo lasciare memoria di ciò che è stato.

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Mi sembrerebbe necessario iniziare con un libro di storia perché, nell’ipotesi che ci fosse stato, intanto, un disastro nucleare che avesse cancellato la memoria di quello che siamo stati, sarebbe utile ricordare da dove veniamo attraverso, appunto, un libro di storia.

 

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Poiché io al posto dei miei discendenti sarei molto curiosa di vedere come si cucinava all’epoca, inserirei un quaderno di ricette, per mostrare ai miei pronipoti quanto amore c’era dietro ogni piatto nella nostra famiglia.

Metterei i semi di fiori e piante, che mi piacciono, perché in un documentario ho sentito che, nei secoli, alcune coltivazioni sono andate perse. Per esempio, alcuni cereali largamente utilizzati dagli antichi Romani, noi non li conosciamo neanche.

Essendo golosa, inserirei anche la Nutella, perché non so se fra 500 anni si sia persa la ricetta, quindi mi piacerebbe lasciare a loro, il sapore di questa bontà.

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Includerei dei jeans perché sono un vestiario di moda da tanti decenni e quindi è un capo “storico” e i nostri discendenti dovrebbero conoscerli.

Poi metterei una cialda del caffè per mostrargli come iniziamo le nostre giornate. Quindi la cialda sarebbe una testimonianza di una “coccola quotidiana” dei nostri tempi.

Metterei anche un telefono cellulare per dare l’idea di come comunichiamo e magari farli sorridere perché fra 500 anni,  sicuramente, le comunicazioni si svolgeranno in modo totalmente diverso.

Metterei nella capsula uno spazzolino da denti, perché per noi è fondamentale l’igiene orale.

Posizionerei anche degli occhiali perché ipotizzo che la tecnologia sia andata così avanti che la vista dei miei discendenti sarà corretta direttamente con dei microchip dentro il cervello quindi un paio di occhiali per loro sarà un reperto archeologico. Pensando ai miei avi, io sarei tanto curiosa di vederli e così penso che inserirei anche delle mie fotografie stampate perché mantengono memoria e ricordi di come era una loro ava, cioè io.

Spero che i miei discendenti saranno contenti e felici degli oggetti da me scelti e che questi offrano uno spaccato di come si svolgeva la vita nella mia epoca.

Trovi un albero su cui crescono i sogni. Che sogni scegli di cogliere? Perché?

a cura di Greta, classe 3^ G

Introduzione

Oggi mentre passeggiavo con mia mamma per il centro di Roma siamo andate al giardino degli aranci che si trova all’Aventino a Roma.  Credo di esserci stata più volte, però questo giorno è diverso, perché mi sono accorta di un albero a cui non avevo mai fatto caso. Sopra quest’albero c’era scritto secret, non capivo.

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Sto aspettando il mio turno per entrare in una porticina di legno posta sotto l’albero che serve per accedere dentro il tronco, si sale fino alla chioma. Sono salita, sembra un posto magico pieno di armonia e colori, non ho mai visto un posto del genere.

La chioma è piena di foglie ma una foglia ha un qualcosa di magico e speciale sembra quasi illuminata, così ho pensato di coglierla.  Sulla foglia c’era scritto uno dei miei sogni, riguarda  il mio futuro cioè dice che troverò un lavoro nell’ambito cinematografico che mi darà molto successo e popolarità quasi come lo stimato Luca Tommassini.

Luca Tommassini è uno scenografo famosissimo e io vorrei diventare come lui. La scenografia è  l’arte e la tecnica di creare e allestire, attraverso appropriate soluzioni pittoriche, architettoniche e prospettiche, le scene per una rappresentazione teatrale, cinematografica o televisiva.

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Il sogno non è tanto di diventare ricca quanto di diventare scenografa ed essere talmente brava da essere chiamata a qualsiasi spettacolo.

Penso che questo sia il lavoro della mia vita perché ad esempio quando leggo un libro, me lo rappresento nella mente come se fosse uno video o un cartone,e questo mi succede anche quando mi raccontano delle storie, mi viene talmente facile rappresentarle in questo modo che ho pensato di fare la scenografa, un lavoro che credo sia fatto proprio per me, per il mio modo di vivere e di sentire.

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Fin da piccola ho sempre desiderato un lavoro che mi appassioni e non mi annoi, adesso che sto per iniziare le superiori, ci si divide tutti e ognuno va per la sua strada, e io ho pensato di avvicinarmi al mio sogno, proseguendo i miei studi in ambito cinematografico.

Questa foglia con il sogno scritto sopra me la conserverò, così quando, sarò grande, riguardandola spero di dire:” wow ha funzionato!”

Aspetto con ansia che si avveri questo desiderio.

Viaggio immaginario in Malesia 

a cura di Greta C., classe 3^ G

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Mio padre è stato in Malesia per lavoro e ci ha raccontato tante cose che facilitano questo mio viaggio immaginario.

Una cosa che mi ha tanto colpito è stato il concetto di Merdeka. Questa parola deriva dal sanscrito e significa “ricco e potente” ma oggi in Malesia questa parola significa essenzialmente “indipendenza”. La Malesia festeggia con il Merdeka la sua indipendenza avvenuta nel 1957 dopo il lungo dominio britannico.

I festeggiamenti per l’indipendenza si tengono ogni anno, il 31 agosto, giorno di festa pubblica nazionale in tutta la Malesia, Occidentale ed Orientale. Tutti i principali capoluoghi e le capitali di ciascun Stato della Federazione festeggiano questo giorno significativo per l’autonomia del paese, anche in quanto apertura dell’era contemporanea della storia malese. Naturalmente le celebrazioni più attive si tengono nella capitale Kuala Lumpur.

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Mio padre, casualmente, si è trovato in Malesia nel giorno in cui viene festeggiato il Merdeka ed è rimasto colpito dal fatto che la Malesia fa della diversità di razze, culture, etnie e lingue la sua forza. Quindi mentre normalmente la diversità di razza e cultura crea dappertutto problemi, la Malesia è una terra di diversità e armonia tra le genti.

I 13 Stati e i 3 territori federali che compongono la Malesia peninsulare e quella orientale sono popolati da numerosi gruppi etnici, di cui i principali sono i malesi, i cinesi e gli indiani, a cui si sommano quelli indigeni. In parte questa caratteristica è comune con tutto il sudest asiatico che è una sorta di ponte tra il continente asiatico e l’Oceania ed è sempre stata anche un’area di passaggio tra l’India e la Cina.

Viaggio immaginario in Afganistan

a cura di Greta G., 3^ G

L’Afganistan è un paese martoriato dalle guerra per cui non credo si possa andare a fare un viaggio. Preferisco immaginare e parlare della caccia agli aquiloni, sport tanto amato dagli afgani e che è molto simbolico.

La caccia agli aquiloni, in Afganistan segna la fine del gelido inverno e l’arrivo della primavera, facevano parte di un festeggiamento.

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Lo scopo di questo passatempo  è tagliare, per mezzo del proprio aquilone, il filo di quello degli altri giocatori. Gli aquiloni diventano di proprietà di chi li recupera: chi taglierà il filo del penultimo aquilone rimasto in aria vincerà la competizione e se poi riuscirà a recuperarlo potrà tenerselo come trofeo.

Il filo degli aquiloni da battaglia è ricoperto da uno strato di colla e vetro sminuzzato, che si trasforma in una vera e propria lama. Il gran giorno per le battaglie degli aquiloni è il venerdì. Tutti i ceti sociali di Kabul sono ben rappresentati: gli scolari combattono contro i ministeriali, i medici contro gli operai. Combattono a coppie: uno tira il filo, l’ altro regola il rocchetto. I bambini troppo poveri per possedere un aquilone si precipitano a raccogliere quelli sconfitti caduti al suolo. Sono i “cacciatori di aquiloni”. La bravura e il vanto di essere buoni cacciatori di aquiloni si dimostra con i tagli sulle dita, come fossero trofei di guerra.

Per anni il regime talebano, ossia un regime estremista di studenti del Corano, aveva impedito alla popolazione di utilizzare gli aquiloni ritenendo che questo passatempo potesse distrarre la gente dalla preghiera e dalle regole. Caduto il regime talebano i cieli afgani sono ritornati colorati. Quindi oggi la caccia agli aquiloni, oltre che essere un passatempo antico, è diventato un simbolo di nuova libertà e ci è stato scritto un best-seller “Il cacciatore di aquiloni”.

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Viaggio immaginario in Iran, a cura di Greta C., classe 3^ G

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In Iran c’è una moschea, luogo di culto dei musulmani, chiamata Moschea Nasir Al-Mulk. Si trova a Shiraz e nasconde al suo interno un meraviglioso segreto.

Ogni mattina, i raggi del sole filtrano tra le vetrate colorate che proiettano la luce naturale all’interno illuminando con moltissime sfumature la sala da preghiera, trasformando le sale in un luogo magico. Passeggiare qui è come camminare in un arcobaleno di colori in continuo movimento.

La moschea è stata costruita tra il 1876 e il 1888 per ordine di uno dei signori della dinastia Qajar. Sorprende la sua architettura e il design: gli intricati disegni geometrici sulle piastrelle, gli archi e le nicchie dipinte, le cupole spettacolari.

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Dalla gente del posto è conosciuta come la Moschea Rosa, chiamata così per la prevalenza di piastrelle rosa.

Questa Moschea dà il suo meglio al mattino presto. La moschea infatti è stata progettata per catturare il sole dell’alba. A mezzogiorno è troppo tardi per ammirare il gioco di luce.

 

Testo immaginario a Pechino a cura di Greta C., classe 3^ G

Oggi scelgo di immaginare di andare a Pechino, capitale della Cina. Pechino mi fa venire in mente la Grande Muraglia.

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Essa è considerata una delle sette nuove meraviglie del mondo antico ed è stata inclusa nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, sin dal 1987.

La Grande Muraglia non è soltanto un muro, ma è un sistema militare difensivo attrezzato di torri per sorvegliare i confini, di fortezze per i posti di comando e logistici, e di fari per le comunicazioni, ecc.

Essa si snoda su e giù per montagne e attraverso deserti e praterie, percorrendo un totale di 21,196.18 chilometri dalla costa est fino ai deserti a ovest. La sua storia è di oltre 2000 anni, molte delle sue sezioni sono scomparse lungo i secoli ma molte sono arrivate fino al giorno d’oggi. E’ una delle più affascinanti attrazioni al mondo grazie alla sua importanza storica e alla grandezza architettonica.

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Il progetto della Grande Muraglia non solo è arrivata fino a noi ma mi colpisce pensare che ha avuto un costo enorme in sudore, lacrime e sangue. Ho letto che molti hanno perso la vita durante la sua realizzazione, il suo costo umano è altissimo. Intere famiglie furono separate e molti operai morirono e furono sepolti come parte integrante della Muraglia stessa.

E’ stata costruita per i seguenti motivi:

  • Per prevenire l’invasione;
  • Per proteggere il Mercato della Via della Seta.
  • Durante la Dinastia Qin, il Primo Imperatore collegò le mura settentrionali per prevenire l’invasione da parte delle nazioni più settentrionali. Come è Stata Costruita la Grande Muraglia

Spero un giorno di poterla visitare.

 

a cura di Gloria C., classe 1^ E

   Dieci cose per il futuro

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Elenca dieci cose che metteresti in una capsula del tempo in modo che i tuoi antenati la ritrovino tra 500 anni.

Sono Gloria sono nata 511 anni fa, questa lettera la troverete insieme ad altre dieci cose e ora vi starete chiedendo come mai ho scelto proprio queste.

So che non è molto, ma ho lasciato un sacchetto con delle monete: un centesimo, due, cinque, dieci, venti, cinquanta, e due monete da uno e due euro, ho messo anche tre banconote, ovvero da cinque, da dieci e da venti euro perché di più non potevo. Vi ho lasciato questo sacchetto per farvi sapere quali soldi si usavano ai nostri tempi e se magari si dovessero usare ancora vi saranno utili.

La seconda cosa che avrete trovato è la foto di un telefono che purtroppo non ho, si tratta dell’ iphone.  Ho deciso di metterla insieme a tutto il resto per farvi  vedere che per noi del 2018 questo telefono è davvero fantascienza, per voi sarà un rottame ma vi assicuro che contiene numerose funzionalità, in quanto con esso si può fotografare, fare dei filmati, registrare, e grazie a numerose App, può fare tantissime cose, davvero utili. Molto probabilmente da voi non esistono più i telefoni nel 2518, perché probabilmente funzionerà la telepatia.

Il terzo oggetto è un Atlante; il nostro in questo momento ha dei confini che probabilmente sono diversi dai vostri ed allo stato attuale sono presenti città e regioni che probabilmente non esisteranno più. Io vivo a Roma e voi, in quale luogo vi trovate?

Il quarto oggetto è un cd che mi piace molto: di Harry Styles, purtroppo questo cd non ha un nome perché è il suo primo da solista. L’ho scelto per mostrare alle nuove generazioni la musica che si ascolta in questa epoca e per farlo conoscere alla gente del futuro; questo cd mi piace molto per la varietà del genere delle sue canzoni e per la sonorità della voce del cantante.

Inoltre ho inserito il mio violino perché la sua musica mi piace molto e anche se può sembrare improbabile potrebbero non esservi più violini nel mondo, per questo motivo, quello che vi sto donando potrebbe essere il prototipo per farne altri.

Troverete anche un libro di storia, per farvi conoscere ciò che è accaduto nel passato.

Per farvi sorridere, ho inserito nella navicella un libro di barzellette.

Per farvi conoscere la moda dei nostri tempi, ho scelto dei vestiti.

Spero che chi ritroverà tutti gli oggetti che ho descritto saprà apprezzarne il valore che attribuisco a ognuno di essi.

 

Che cosa è creatività, per Greta

Che cosa è?  La creatività è la capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia. La creatività è un valore essenziale della mia vita perché è come se desse colore a una foto sbiadita dal tempo.

Dove si trova questo valore?  La creatività si può trovare in molti ambiti della vita, non solo nei campi strettamente artistici. La definirei un modo di vivere.

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Le creatività non nasce da un ordine perfetto ma dal caos e dall’imperfezione.

Per spiegarmi meglio uso un aforisma: La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma vederli con occhi nuovi. (Proust)  Lo scrittore vuol dire che la creatività non consiste solo nel creare cose nuove, ma anche nel vedere le cose già presenti attorno a noi con occhi nuovi.

Il fatto di vivere a Roma porta ad abituarsi alla sua meraviglia, a darla per scontata: in sostanza mi dico che dovrei guardarla “con occhi nuovi”.

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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. (De Andrè) Spesso le cose già perfette sono solo splendidi involucri vuoti, invece le cose belle si ottengono dopo un percorso di sofferenze e di sforzi.

Un esempio del concetto di cui sopra, è l’esempio di Ungaretti, il quale ha scritto alcune poesie in un momento di grande difficoltà, quando era in trincea, scrivendole sulle carte da munizione e nascondendole nel tascapane (borsa militare).