Impero Turco Ottomano

L’impero turco ottomano è stato uno dei più duraturi imperi della storia mondiale. Per la vastità dei suoi domini e per la sua posizione geografica al crocevia di tre continenti, ha giocato un ruolo di primo piano nella storia mondiale tra XIII (1200) e XX (1900) secolo.

Le origini

L’impero turco ottomano ha origine tra il XIII e il XIV secolo nell’Asia Minore (territorio dell’impero romano prima e dell’impero bizantino poi per oltre un millennio), frantumata a quel tempo in numerosi emirati, fra i quali emerge quello di Osman o Othman, il fondatore della dinastia da cui l’impero prende il nome.

Gli Osmanli sono una dinastia turca; in origine erano dei capitribù di quel popolo turco di nomadi che viveva nelle steppe dell’Asia centrale,diviso in numerose tribù accomunate dalla stessa lingua, migrato a occidente per le pressioni mongole.  Si ritiene generalmente che le prime popolazioni turche fossero native di una regione situata tra l’Asia Centrale fino alla Siberia. La maggiore migrazione di tribù turche avvenne tra il primo e il decimo secolo d.C., quando si diffusero attraverso la maggior parte dell’Asia Centrale fino in Europa e Medio Oriente.

Nei secoli seguenti e fino a tutto il XVI secolo, gli Ottomani espandono costantemente i loro possedimenti attraverso una serie incessante di guerre, ma anche di matrimoni e di alleanze con vicini cristiani o musulmani e costituiscono un vasto impero multietnico.

Le tappe dell’espansione

In quell’inarrestabile processo di espansione, particolarmente importanti sono i risultati conseguiti da due sultani, Maometto II il Conquistatore (1430-1481) e Solimano il Magnifico (1495-1566). Il primo pone fine al millenario impero bizantino. Conquista nel 1453 Costantinopoli e ne fa la capitale dell’impero; dilaga poi nei Balcani arrivando fin quasi al Danubio e trasforma una potenza regionale in un grande impero, terrore della cristianità.

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Solimano il Magnifico: è un grande conquistatore che annienta il vasto e cristiano regno di Ungheria, conquista Belgrado, Buda, assedia Vienna, sconfigge l’impero persiano e conquista Baghdad, ma anche un grande legislatore. Durante il suo lungo regno, l’impero raggiunge la massima espansione e anche il vertice del suo sviluppo culturale e artistico. Costantinopoli sorprende i viaggiatori del tempo per il numero e la composizione dei suoi abitanti (quasi mezzo milione fra musulmani, cristiani ed ebrei), per il grande bazar in cui affluiscono tutti i prodotti dell’immenso impero, per le taverne, per il grande arsenale, per le grandi e splendide moschee, con cortili, fontane, ricoveri per i poveri, biblioteche e scuole, ma anche per il gran numero di chiese cristiane (in maggioranza ortodosse), di conventi, di sinagoghe.

Tolleranza religiosa e governo

Non solo a Costantinopoli ma in tutto l’impero, ufficialmente musulmano sunnita, le consistenti minoranze di cristiani ed ebrei possono professare, con certe limitazioni, il loro culto grazie all’istituzione dei millet, comunità di non musulmani, con un leader religioso nominato dal sultano e dunque anche funzionario dell’impero. I non musulmani sono tenuti alla fedeltà, come tutti i sudditi, e devono pagare una tassa speciale; se contadini, come tutti gli altri, devono prestarsi ai servizi richiesti dal sultano. Sono sudditi di seconda categoria, ma tollerati.

Nell’impero il sultano, che ha anche il titolo di califfo ovvero è anche il capo dei musulmani sunniti (corrente maggioritaria dell’islam, riconosce la validità della Sunna, ossia complesso di regole di condotta derivate del Corano e dal comportamento abituale di Maometto nelle varie circostanze della vita, considerato esemplare dai musulmani ortodossi e da loro assunto come modello da imitare rigidamente), è in teoria il padrone di tutto e di tutti, è onnipotente e inaccessibile. Al di sotto del sultano sta il gran visir, cioè il primo ministro, e sotto di lui il divan (governo), formato da tutti gli altri visir (ministri) e dai più importanti magistrati. I visir e lo stesso gran visir hanno spesso origini molto umili e, fino al Seicento, quasi nessuno di loro è turco e i più sono nati cristiani. Fonte: Enciclopedia Treccani

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Giardini Incantevoli

Belgio, foresta di Halle. Viene anche chiamata Bosco Blu: i giacinti blu che rendono unica la foresta fioriscono ogni anno a primavera e lo spettacolo dura solo poche settimane.

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The Butchart Gardens sono considerati uno dei luoghi più belli del mondo. Si tratta di un gruppo di giardini fioriti visitabili in Brentwood Bay, British Columbia, situati vicino a Victoria, sull’isola di Vancouver, in Canada. Ogni stagione qui è un arcobaleno di colori, come se fosse primavera tutto l’anno.

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Il Keukenhof è il parco da fiori più grande al mondo: si trova nei pressi della città di Lisse, nell’Olanda Meridionale, circa 35 km a sud-ovest di Amsterdam. E’ una delle principali attrazioni dei Paesi Bassi, nonché il più grande parco di fiori a bulbo del mondo.

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La Guerra Fredda

Dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa si trovava in gravissime difficoltà economiche e, nello stesso tempo, bisognosa di avviare il processo di ricostruzione. In questo periodo, il quadro politico è caratterizzato dalla creazione di due blocchi: quello comunista, legato all‘Unione Sovietica e quello occidentale guidato dagli Stati Uniti.

1947-1989 DEFINIZIONE DI GUERRA FREDDA: Guerra fredda è l’espressione con cui si indica il confronto mondiale tra Stati Uniti e Unione Sovietica iniziato nel secondo dopoguerra. Tale lotta per il controllo del mondo conobbe diverse fasi, caratterizzate anche da guerre ‘calde’, come quelle in Corea e in Vietnam. Il bipolarismo, ossia il sistema fondato intorno ai due blocchi contrapposti, si concluse definitivamente dopo quasi mezzo secolo, nel 1991, con lo scioglimento dell’URSS (Treccani.it).

ALLEANZE MILITARI: la divisione politica portò alla nascita di alleanze militari, la NATO, formata nel 1949 dagli Stati Uniti e dai paesi loro alleati e il Patto di Varsavia, cui aderirono nel 1955 gli Stati Uniti del blocco comunista.

PIANO MARSHALL: Gli Stati Uniti contribuirono alla ricostruzione dell’Europa occidentale, con il così detto piano Marshall, un programma di aiuti economici destinati ai Paesi Europei. Questo piano si poneva obiettivi anche politici, evitando che il malcontento delle popolazioni portasse a scelte politiche non democratiche. Furono proposti aiuti economici anche all’URSS e ai Paesi dell’Europa orientale, i quali però rifiutarono.

Di seguito vediamo i momenti di crisi più importanti tra le due superpotenze di cui parliamo.

1950-1953 GUERRA DI COREA: Nel 1950 ci fu la guerra di Corea, nella quale intervennero gli Stati Uniti per sostenere la Corea del Sud, contro la Corea del Nord, appoggiata dall’Unione Sovietica. La guerra si concluse nel 1953 senza vincitori né vinti, ma segnò un momento di forte tensione tra i due blocchi.  La distensione tra i due blocchi ebbe come protagonisti il presidente americano Kennedy, il leader sovietico Kruscev e papa Giovanni XXIII.

1962 GUERRA A CUBA:  L’isola di Cuba nel 1940 era retta da Fulgencio Batista. Il regime di Batista era autoritario ed era sostenuto dagli USA, che avevano il controllo pressoché totale dell’economia (innanzitutto della produzione dello zucchero, la grande ricchezza del paese). Il movimento per abbattere Batista era guidato da Fidel Castro, che assunse il potere nel 1959.  Ad aprile, Castro si recò a Washington per sollecitare aiuti per lo sviluppo, senza ottenere risultati soddisfacenti. Eisenhower, ormai alla fine del mandato, ruppe le relazioni diplomatiche (gennaio 1961). Nell’ottobre del 1962, voli di ricognizione compiuti da U-2 americani su Cuba rivelarono che i sovietici stavano installando basi missilistiche. Le basi non erano ancora operative, ma i missili con testate nucleari a raggio medio e intermedio, una volta istallati, sarebbero stati in grado di colpire le principali città della costa orientale degli USA. Kennedy intimò a Mosca di ritirare i missili, allertò le forze nucleari americane e ordinò il blocco navale intorno all’isola caraibica, per impedire lo sbarco di altre armi. Dopo alcuni giorni in cui il mondo restò con il fiato sospeso, per il timore di precipitare in una guerra nucleare, le navi sovietiche in viaggio per Cuba invertirono la rotta e Mosca accettò di smantellare le basi missilistiche in cambio dell’impegno americano a non invadere l’isola. La crisi si chiuse anche con un accordo informale per il quale Washington si impegnò a smantellare i missili Jupiter dalla Turchia e dall’Italia.

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 1964-1973 GUERRA DEL VIETNAM: Gli Stati Uniti furono impegnati nella guerra in Vietnam, sostenendo il governo del Vietnam del Sud contro i guerriglieri comunisti i Viet Cong, aiutati dal Vietnam del Nord. Gli Stati Uniti non riuscirono a prevalere e nel 1976 il Vietnam fu unificato sotto un governo comunista.

Scritto di Italiano esame di stato del 2018

 

Luca Serianni sostiene che la vera competenza nello scritto di italiano si misura dalla capacità di organizzare e di comprendere un testo. Pertanto, le tracce mirano a verificare la capacità di organizzare e comprendere un testo di qualunque natura e, quindi, per dirla con parole più semplici: di scrivere testi che abbiano un senso logico.

Ci saranno le seguenti tipologie di tracce:

  • Testo narrativo o descrittivo
  • Testo argomentativo
  • Comprensione e sintesi di un testo letterario, divulgativo o scientifico
  • Una combinazione delle tre tipologie di cui sopra

Esempi:

Testo narrativo

Un ricordo che non si cancellerà mai dalla memoria. Sviluppa questo spunto in un racconto legato ad un episodio della vita scolastica che ti fa piacere ricordare. Il tuo racconto sarà letto durante una festa di fine d’anno e ha come scopo quello di condividere un’esperienza significativa e conservarne il ricordo.

Testo descrittivo

Osserva attentamente la riproduzione del dipinto di Pierre-Auguste Renoir, Pomeriggio dei bambini a Wargemont. Dopo aver descritto in modo oggettivo uno dei personaggi presenti nel quadro, soffermati sulle impressioni che suscita in te questa immagine.

C’è un oggetto che desideri avere da tanto tempo, ma temi che i tuoi genitori non siano propensi ad acquistarlo. Cerca di convincerli con una descrizione che metta in luce le qualità dell’oggetto ed insieme contenga un’efficace e convincente argomentazione circa i motivi per cui vuoi averlo.

Testo Argomentativo 

  1. Viviamo in un’epoca particolarmente caratterizzata dall’arroganza, dal sopruso e dall’aggressività. Un numero sempre più grande di persone ritiene che questi aspetti servano per “rimanere a galla”, per non farsi schiacciare dagli altri e da un mondo ostile. Prova ad interrogarti se per te ha ancora senso tentare di riaffermare gli atteggiamenti opposti, come la gentilezza, la comprensione, la cortesia e la cordialità.
  2. Cane o gatto? Qual è l’animale domestico che preferisci? Esponi la tua opinione e sostienila con una serie di argomenti opportuni; dimostra falsa la tesi opposta alla tua.
  3. Integrazione degli immigrati. Elabora un testo argomentativo sull’integrazione degli immigrati, presentando tesi contrapposte. Dai anche un titolo alla tua trattazione.
  4. E’ meglio vivere in una grande città o in un piccolo paese? Scrivi un testo argomentativo in cui spieghi le tesi contrapposte al riguardo.

Età Elisabettiana

QUADRO CULTURALE DELL’INGHILTERRA DEL 1500

Il Cinquecento è un secolo ricco di avvenimenti storici e culturali: è il secolo del Rinascimento nella cultura letteraria e nelle arti, della scoperta e dell’impiego della stampa, della Riforma protestante, delle grandi scoperte geografiche: grandi eventi che hanno coinvolto non solo l’Italia, ma l’Europa intera. E’ il secolo delle guerre, dei cambiamenti politici e dell’affermazione di grandi stati nazionali come la Spagna, l’Inghilterra e la Francia.

I GENITORI DI ELISABETTA I

I genitori di Elisabetta I furono Anna Bolena e Enrico VIII.

Chi era Anna Bolena?

Anna Bolena fu regina di Inghilterra e di Irlanda, dal 1533 al 1536. Era la seconda moglie di Enrico VIII. Il suo matrimonio con Enrico VIII fu causa di considerevoli sconvolgimenti politici e religiosi che diedero origine allo scisma anglicano, che originò la rottura con la chiesa di Roma.

Anna Bolena era figlia del diplomatico Sir Thomas Boleyn e di Elisabetta, figlia del duca di Norfolk. Anna trascorse parte della sua infanzia in Olanda (alla corte dell’Arciduchessa Margherita) e poi alla corte francese. Al suo ritorno in Inghilterra fu nominata dama di compagnia di Caterina d’Aragona, moglie del re Enrico VIII.

Le sue maniere raffinate, la sua bellezza e il suo carattere forte e influente le procurarono immediatamente molti ammiratori a corte. Anche il re si accorse presto di lei e cominciò a farle una spietata corte. Nel 1533 nacque Elisabetta, destinata a diventare uno dei sovrani più celebri della storia d’Inghilterra.

Anna Bolena, accusata di cospirazione, fu decapitata nel maggio 1536.

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Ritratto della regina Anna Bolena in una copia del periodo tardo-elisabettiano, il cui originale (risalente al 1533-36 e di autore ignoto) andò perduto.

Enrico VIII Tudor, padre di Elisabetta I

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Enrico VIII d’Inghilterra ritratto da Holbein il giovane

L’INFANZIA DI ELISABETTA I

Elisabetta, nata nel 1533, non ebbe un’infanzia felice, in quanto si narra che il padre desiderasse un figlio maschio, per la successione dinastica. Per questo motivo, Elisabetta venne ripudiata e allontanata dalla casa genitoriale e fatta crescere a Hatfield in compagnia di una damigella. Elisabetta ebbe l’altro grande dispiacere della decapitazione della mamma, accusata di adulterio.

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Ritratto di Elisabetta a 13 anni

REGNO DI ELISABETTA I

A venticinque anni, Elisabetta salì al trono e governò per circa 45 anni.

In ambito religioso Elisabetta fece approvare dal Parlamento l’Atto di Supremazia (precedentemente adottato da Enrico VIII), per affermare obbedienza alla CHIESA ANGLICANA (nome assunto dalla chiesa di Inghilterra dopo la separazione dalla chiesa cattolica nel XVI secolo).

Nel 1563, Elisabetta I fece approvare i 39 articoli di religione.  I trentanove articoli di religione possono essere considerati la confessione di fede fondamentale della chiesa anglicana o Chiesa d’Inghilterra e delle chiese consociate che si dicono “episcopaliane”. Essi sono diventati testo ufficiale della Chiesa d’Inghilterra.

Con l’Atto di Supremazia, la regina si nominava capo supremo della Chiesa di Inghilterra e dichiarava l’indipendenza della Chiesa anglicana da quella di Roma. Lo scisma religioso era stato avviato da Enrico VIII, come si evince dalla mappa concettuale di cui sotto.

Atto di supremazia: un provvedimento legislativo inglese che conferì al re Enrico VIII la Supremazia Regale, il che significa che egli ottenne il titolo di capo supremo della Chiesa inglese, che è ancora oggi appannaggio dell’autorità legale del Sovrano del Regno Unito.

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L’Atto di Supremazia 1534 fu abrogato nel 1554 durante il regno della figlia di  Enrico VIII Maria I, fervente sostenitrice del Cattolicesimo, ma fu reintrodotto dalla sorellastra di Maria, Elisabetta I, di fede protestante, subito dopo la sua ascesa al trono.

In politica interna trasformò l’economia basata sulla produzione della lana in economia mercantile, basata sui commerci attraverso gli oceani. Infatti, la Compagnia Britannica delle Indie Orientali nacque il 31 dicembre 1600, quando la regina Elisabetta I accordò una “carta” o patente reale che le conferiva per 21 anni il monopolio del commercio nell’Oceano Indiano.

In politica estera, Elisabetta I entrò in conflitto con la Spagna, in quanto possedeva la più grande flotta d’Europa. A questo riguardo la regina sconfisse l’invincibile Armata di Filippo II, re di Spagna.

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Testi letterari collegabili al periodo elisabettiano

Il principe e il povero è un romanzo scritto nel 1881 da Twain. La storia è ambientata nell’Inghilterra del XVI secolo, all’epoca di Enrico VIII, padre di Elisabetta I.  A quei tempi, nello stesso giorno nascono due bambini dalle condizioni sociali opposte. Il primo è Edoardo VI, figlio del re Enrico VIII e erede al trono; il secondo è Tom Canty, figlio di povera gente. Cresciuti, i due si incontrano e, entrambi stanchi del loro stile di vita, trovandosi molto simili nell’aspetto fisico si scambiano i “ruoli”: Tom sarà il principe ed Edoardo il povero solo per un brevissimo periodo.

Dinastie che hanno fatto la storia

Non si può conoscere veramente la natura e il carattere di un uomo fino a che non lo si vede gestire il potere (Sofocle)

Ritratto di Carlo Magno

Tra le Dinastie europee più note ricordiamo gli Asburgo, i Carolingi, i Borbone, gli Sforza, i Visconti, i Colonna, i Gonzaga, I Medici, gli Scaligeri, che hanno fatto la storia della loro città, regione o nazione.

CAROLINGI: sono un insieme di sovrani franchi che regnò in Europa dal 750 fino al X secolo.

CORONA D’ARAGONA: o Impero aragonese, fu il nome dato all’insieme di regni e territori soggetti alla giurisdizione dei re d’Aragona. Nata dall’unione delle dinastie Aragonese e della Contea di Barcellona, venne accresciuta nei secoli dal possesso di altri territori: i regni di Maiorca, Valencia, Napoli, Sicilia, Sardegna, Contea di Provenza e i ducati di Atene e Neopatria (in Tessaglia).

Corona d'Aragona - Localizzazione

ANGIOINI: famiglia di origine francese, dal nome della contea d’Angiò (Anjou), istituita nel sec. 9° come avamposto contro i Bretoni, sono stati detti A. alcuni dei membri delle dinastie, locali e no, che si sono avvicendate nel governo di essa.

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Rosa dei Tudor, simbolo della dinastia

DINASTIA TUDOR: è costituita da cinque sovrani di origine gallese, che regnarono in Inghilterra (per un periodo anche in Irlanda) dal 1485 al 1603. I tre sovrani più importanti furono Enrico VII, Enrico VIII e Elisabetta I d’Inghilterra.

DINASTIA STUART: è stato la casa reale della Scozia e successivamente della Gran Bretagna.  Il casato regnò sul Regno di Scozia, e per un periodo anche in Inghilterra e Irlanda,  per 336 anni, tra il 1371 e il 1707.

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SFORZA: La famiglia Sforza fu la casata nobiliare che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535

VISCONTI: La famiglia Visconti è una delle più antiche dinastie europee attestata sin dalla fine del x secolo nel territorio dell’Italia settentrionale dove venne infeudato l’omonimo Ducato Visconteo, con capitale Milano.

BORBONE: Borbone sono una delle più importanti ed antiche case regnanti in Europa. Di origine francese, la famiglia è un ramo cadetto dell’antichissima dinastía dei Capetingi, che in seguito all’estinzione degli altri rami ereditò il trono di Francia nel 1589.

Alla famiglia dei Borbone appartengono alcuni dei sovrani che hanno maggiormente influenzato la storia del paese da essi governato, e quella europea in generale. Su tutti, vanno ricordati Re Sole, Filippo V di Spagna, e Ferdinando II del due Sicilie

Attualmente, i Borbone rimangono la principale casa regnante d’Europa, dato che suoi membri reggono tuttora i troni di Spagna e del Lussemburgo.

ASBURGO: La casata degli Asburgo fu una delle più antiche e importanti dinastie esistite tra il XIII e il XX secolo in ambito europeo. Il nome (in tedesco Habsburg) deriva dal castello di Habichtsburg (“Rocca del nibbio”), edificato nel 1028 sul fiume Aar, pochi chilometri a ovest di Zurigo. I suoi membri sono stati reggenti in Austria come duchi, arciduchi e imperatori; re di Spagna; re di Portogallo; e per molti secoli Imperatori del Sacro Romano Impero.

Stemma degli Asburgo

Lo stemma imperiale asburgico era lo stemma rappresentativo della monarchia asburgica.  Veniva usato nei sigilli imperiali, per segnalare edifici della corona, nella bandiera di guerra, nelle banconote, eccetera.

Consisteva in un’aquila nera, con due teste, con le ali aperte, sulle quali potevano essere raffigurati gli stemmi delle varie province dei domini asburgici.

Impugnava nella zampa sinistra uno scettro e una spada, mentre nella destra teneva il globo, simbolo del potere imperiale e militare detenuti dagli Asburgo.

 

 

La storia dell’Impero Austro-Ungarico ha inizio nel 1867 quando venne stipulato un patto tra la nobiltà ungherese e la monarchia asburgica. Nacque dunque un’unione costituzionale tra l’Impero d’Austria e il Regno Apostolico d’UngheriaGovernato dalla Casa D’Asburgo, l’impero ebbe come capitale Vienna. Fu proprio l’impero Austro-Ungarico inoltre a cominciare il Primo Conflitto Mondiale invadendo il Regno di Serbia nel 1914.

L'Europa nel 1500

L’Europa nel 1500

Il Cinquecento è un secolo ricco di avvenimenti storici e culturali: è il secolo del Rinascimento nella cultura letteraria e nelle arti, della scoperta e dell’impiego della stampa, della Riforma protestante, delle grandi scoperte geografiche: grandi eventi che hanno coinvolto non solo l’Italia, ma l’Europa intera. E’ il secolo delle guerre, dei rivolgimenti politici e dell’affermazione di grandi stati nazionali come la Spagna, l’Inghilterra e la FranciaLa prima metà del ‘500 è dominata dalla figura di Carlo V imperatore di gran parte dell’Europa: Austria, Spagna e Paesi Bassi. Fu in conflitto con la Francia (Francesco I) per la supremazia in Italia. La seconda metà del ‘500 ha come figura dominante Filippo II divenuto imperatore dopo l’abdicazione di Carlo V.

L’Italia nel 1500

Le guerre in Italia

Nel 1500 ci furono un insieme di guerre in Italia, ossia una serie di otto conflitti, combattuti prevalentemente sul suolo italiano nella prima metà del secolo XVI (dal 1494 al 1559). Furono inizialmente scatenate da alcuni sovrani francesi, che inviarono nella penisola italiana le loro truppe, per far valere i loro diritti ereditari sul Regno di Napoli e poi sul Ducato di Milano. Da locali le guerre divennero in breve tempo di scala europea, coinvolgendo oltre alla Francia, soprattutto la Spagna e il Sacro Romano Impero. Al termine delle guerre la Spagna si affermò come la principale potenza continentale, ponendo gran parte della penisola italiana sotto la sua dominazione diretta (Ducato di Milano, Regno di Napoli, Regno di Sicilia, Regno di Sardegna, Stato dei Presidi) o indiretta; gli unici stati italiani che seppero mantenere una certa autonomia furono il Ducato di Savoia (legato alla Francia) e la Repubblica di Venezia, mentre il Papato, pur autonomo, risultava per lo più legato alla Spagna dalla comune politica di far prevalere in Europa la Controriforma cattolica.

LE GUERRE D’ITALIA 1494-95 Spedizione di Carlo VIII a Napoli per ottenere l’eredità angioina: scontro a Fornovo con un’alleanza formata dagli Stati italiani e dalla Spagna.Conquista di Milano da parte di Luigi XII erede dei Visconti.
1500 Gli Spagnoli sostituiscono la casa aragonese.
1503 Lega di Cambrai contro Venezia: nella battaglia di Agnadello Venezia è sconfitta.
1508-09 Lega Santa contro la Francia: a Milano tornano gli Sforza.
1511 1515 Francesco I rivuole Milano e si scontra con gli Svizzeri che la difendono; la vittoria francese è sancita dal Trattato di Noyon.
1525-29 Battaglia di Pavia: Francesco I è prigioniero. Nasce la Lega di Cognac contro gli Asburgo.
1535-44 I lanzichenecchi di Carlo V saccheggiano Roma. La Pace di Cambrai pone fine alle ostilità.
1558-59 Annessione di Milano all’Impero: guerra con la Francia sino alla Pace di Crépy. Battaglia di San Quintino. La Pace di Cateau-Cambrésis pone fine alle guerre d’Italia.

Prima Guerra d’Italia 1494-98. L’impresa del francese Carlo VIII

Carlo VIII di Francia rivendicava il diritto al trono del Regno di Napoli, in quanto discendente di Maria d’Angiò (1404-1463), sua nonna paterna; grazie al supporto di Ludovico Sforza di Milano, Carlo VIII entrò in Italia nel 1494, scatenando un vero e proprio terremoto politico in tutta la penisola. L’imponente esercito francese marciò attraverso l’Italia, raggiungendo Napoli il 22 febbraio 1495; infine, sconfitto nella Battaglia di Fornovo, fu costretto a ritirarsi oltralpe. La discesa del re di Francia Carlo VIII in Italia nel 1494 palesa in maniera definitiva la crisi politica e militare raggiunta dagli stati italiani e rappresenta la fine di quella politica dell’equilibrio che aveva avuto inizio con la pace di Lodi del 1454 ( firmata nella città lombarda il 9 aprile 1454,  mise fine allo scontro fra Venezia e Milano (guerre di Lombardia) che durava dall’inizio del Quattrocento.

Seconda guerra 1499-1504. La discesa del francese Luigi XII in Italia

Divenuto re, Luigi XII, rifacendosi ai diritti ereditati dalla nonna, intraprese la spedizione in Italia e conquistò il Ducato di Milano (1500). Meno fortunata fu la conquista di Napoli. Nell’estate del 1501 Napoli era conquistata, ma sopravvenuto il disaccordo tra gli alleati e la conseguente guerra tra Francia e Spagna, la spedizione finì per i Francesi in un completo disastro; dopo quasi due anni di resistenza essi furono sconfitti presso il Garigliano(fiume Italia centrale).

Terza guerra del 1508-16 o Guerra della Lega di Cambrai (Sacro Romano Impero, Francia, Spagna contro la Repubblica di Venezia)

Qualche anno dopo la Lega di Cambrai (lega dalle maggiori potenze europee, per mantenere un’egemonia su diversi territori della penisola italiana, conclusa in funzione antiveneziana) portava i francesi nuovamente in Italia, dove Venezia subì una dura sconfitta ad Agnadello. A ciò seguì però una nuova politica antifrancese di papa Giulio II. Nel 1515, anno della morte di Luigi XII di Francia, gli succede il ventenne Francesco I. I francesi, dopo una serie di lotte, ritornano in possesso del Ducato di Milano e con la pace di Noyon del 1516 stipulano una serie di trattati che, nell’intenzione dei contraenti, avrebbero dovuto porre fine alle guerre tra potenze europee in territorio italiano e assicurare un periodo di stabilità ed equilibrio generalizzato. Alla Spagna vengono riconosciuti il Regnodi Napoli, la Sicilia e la Sardegna, mentre la Francia ottiene nuovamente il Ducato di Milano e facoltà di intervento sui territori delle repubbliche di Genova e Firenze, nonché nei ducati di Savoia e di Ferrara.

 Quarta guerra del 1521–26

Nel 1519 l’invasione spagnola della Navarra, un piccolo regno transpirenaico, detenuto da una dinastia d’origine francese, fa precipitare la situazione. Perciò nel 1521 le armate francesi scendono ancora in Italia, con lo scopo di togliere almeno il Regno di Napoli ai domini di Carlo V. Le armate francesi però vengono duramente sconfitte.

 Quinta guerra del 1526-30

La prima fase del conflitto tra i sovrani di Francia e gli Asburgo, durata fino al 1526, si era chiusa in maniera favorevole ai secondi.

Nasce la Lega di Cognac contro gli Asburgo.

Nel maggio del 1527 i Lanzichenecchi, soldati imperiali, per la maggior parte mercenari tedeschi di fede luterana, rimasti senza paga e poi senza comandante, riescono ad aggirare le truppe della Lega, nell’Italia del nord, e decidono di attaccare Roma.

A Cambrai, il 5 agosto 1529, viene stabilito che la Francia, pur rinunciando alle pretese sull’Italia, può rientrare in possesso della Borgogna. La pace di Cambrai è detta anche pace delle due dame, poiché non viene negoziata direttamente dai due sovrani, ma da Luisa di Savoia, madre di Francesco I, e da Margherita d’Austria, zia di Carlo V. Con questo patto la Spagna ribadisce definitivamente il suo dominio sull’Italia, delle cui sorti Carlo V diviene unico e incontrastato arbitro (fonte Wikipedia).

Sesta guerra del 1535-38

Dopo una tregua di alcuni anni, ha inizio una nuova fase dello scontro tra Carlo V e Francesco I. La causa occasionale della ripresa delle ostilità è una nuova rottura dell’equilibrio concertato a Cambrai, rappresentata dalla morte nel 1535, dell’ultimo esponente degli Sforza. Le sesta guerra (la terza che vedeva coinvolti Carlo V e Francesco I di Francia) durò dal 1536 al 1538 e venne in pratica aperta dal sovrano francese; Francesco I (alleato con Enrico VIII d’Inghilterra) rispose all’occupazione asburgica di Milano, inviando truppe in Italia.

Settima guerra del 1542-46

Nel 1542 Francesco I di Francia alleatosi con il sultano Ottomano Solimano I il Magnifico, riprese le ostilità, lanciando una flotta franco-ottomana contro la città savoiarda di Nizza. Dopo alterne vicende, nel 1544 i contendenti decisero perciò di firmare la pace di Crépy che, pur assegnando definitivamente la Lombardia agli Asburgo e i territori dei Savoia alla Francia, lasciò ancora una volta insolute le principali questioni e la possibilità di nuove guerre.

Ottava guerra del 1551-59

La morte di Francesco I, nel 1547, dopo più di trenta anni di regno, non significò la fine delle ostilità tra Francia e Asburgo. La politica antimperiale venne infatti proseguita dal nuovo sovrano francese Enrico II, che nel 1551 riprese le ostilità contro la Casa d’Austria e Spagna. Contrariamente a suo padre però concentrò le sue mire verso i confini nord orientali della Francia, anziché verso l’Italia, che comunque restò un teatro importante di operazioni. Inoltre, pur essendo egli il re cristianissimo, non si fece problemi, come già il padre, ad allearsi con i protestanti tedeschi e i mussulmani turchi, per logorare gli avversari su più fronti.

Carlo V d’Asburgo: nel suo regno non tramontava mai il sole

Carlo d’Asburgo (1500-1558) fu Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Napoli, e Duca di Borgogna. Nelle sue vene scorreva sangue delle più disparate nazionalità: austriaca, tedesca, spagnola, francese, polacca, italiana e inglese. È stato una delle più importanti figure della storia d’Europa in quanto era padrone di un impero vasto ed esteso, su tre continenti. Pare che per questo motivo egli affermasse che nel suo regno non tramontava mai il soleEgli sognò di realizzare una monarchia universale cristiana tenendo a bada l’espansione ottomana in Occidente.

‘Nessuno serrerà più nel pugno, in Europa, potenza uguale a quella che per trentacinque anni ha avuto l’imperatore senza sorriso.’ M.Spini

Quale è stata la sua formazione?

Nacque a Gand, nei Paesi Bassi, nel 1500 da Giovanna di Castiglia, detta la Pazza e Filippo il Bello, arciduca di Austria; era perciò nipote di due tra i più potenti sovrani d’Europa: Ferdinando il Cattolico di Spagna e Massimiliano d’Asburgo. Trascorse la sua fanciullezza a Malines (città belga) e quindi a Bruxelles sotto la guida di zia Margherita d’Austria, reggente dei Paesi Bassi. Tutta l‘educazione del giovane principe si svolse nelle Fiandre e fu ammantata di cultura fiamminga ed in lingua francese, nonostante i suoi natali austro-ispanici. Aveva una profonda formazione culturale e linguistica. Praticò la scherma, fu abile cavallerizzo ed esperto nel torneare, ma di salute precaria, soffrendo anche di epilessia in gioventù.

‘Parlo spagnolo con Dio, francese con gli uomini, italiano con le donne e tedesco con il mio cavallo’

carlo v geneal

Che aspetto aveva?

Era di statura media, aveva occhi azzurri e capelli castani. Il naso aquilino, labbra carnose e la mandibola sporgente. Portava la barba. Non amava i vestiti sfarzosi, infatti spesso portava abiti semplici. Amava la musica ed era uno studioso di scienze, matematica e geografia.

A quanti anni divenne imperatore?

A sedici anni divenne re e a 19 imperatore di un Impero vastissimo: Nel 1530 è incoronato imperatore da papa Clemente VII, al quale nel 1527 aveva inflitto il “Sacco di Roma“. La cerimonia di incoronazione di Carlo V risaliva a una tradizione medievale che ricorda quella fatta a Carlo Magno. Il cardinale Contarini descrive Carlo V come uomo di grande giustizia e levatura morale, di natura taciturno e molto religioso. Nel giro di pochi anni apparve come un sovrano ricco di umanità, che rifuggiva lo sfarzo e il lusso, desideroso di mantenere la pace in seno all’Impero. Egli divenne imperatore con il nome Carlo V, grazie a un’ampia manovra di corruzione finanziata da grandi banchieri tedeschi, i Fugger. (cit. in Pellegrini, Carlo V, 2015)

Clemente VII

Papa Clemente VII

Quali lotte intraprese?

Carlo V dovette affrontare le seguenti lotte:

  • Nei domini spagnoli dovette affrontare ribellioni in Castiglia e Aragona;
  • nell’impero si scontrò con i principi luterani, fino ad arrivare alla la Pace di Augusta (1555) dove si stabilì il principio del cuius regio eius et religio (La locuzione latina, che può essere intesa come “chi governa detti anche la religione”, indicava l’obbligo del suddito di conformarsi alla confessione del principe del suo Stato. Il principio venne introdotto in seguito alla pace di Augusta del 1555 fra l’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V e la Lega di Smalcalda, come soluzione al problema del conflitto fra cattolicesimo e luteranesimo);
  • Si scontrò con i Turchi che assediarono Vienna, riuscendo a conquistare Tunisi (1535)
  •  In Italia proseguì le guerre contro la Francia.

Nel 1556 abdicò e spartì i suoi domini tra il figlio Filippo II, a cui diede la Spagna, l’Italia, le Fiandre e tutte le colonie, e il fratello Ferdinando I, al quale andarono i possedimenti asburgici.

Che cosa è la Pace di Augusta?

E’ l’atto che nel 1555 sancisce la fine delle lotte di religione tra Cattolici e Protestanti, iniziate con la messa al bando della Riforma luterana da parte dell’imperatore Carlo V. La Pace stabilisce la parità dei diritti fra le due religioni e il dovere da parte dei sudditi di seguire la religione del proprio sovrano.

Quale era l’idea imperiale di Carlo v?

Carlo V, sia per formazione culturale, sia per indicazione dei suoi consiglieri, perseguì il sogno politico di un’autorità monarchica universale che facesse rivivere il Sacro Romano Impero, dove l’imperatore fosse la guida politica e morale della Cristianità nella lotta contro l’Islam. Tuttavia la spaccatura religiosa della Cristianità in seguito alla Riforma protestante e l’aperta lotta sostenuta contro Francesco I di Francia resero impossibile il suo progetto politico. Anche l’idea di assicurare la successione imperiale al figlio Filippo incontrò l’opposizione dei principi tedeschi, che imposero la separazione dei domini asburgici austriaci e della dignità imperiale dalla corona di Spagna.

Differenze tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa

 Ambedue sono Chiese mondiali
La Chiesa Cattolica conta un miliardo e 254 milioni di battezzati ed è presente in tutto il pianeta, con massima densità in Europa e nelle Americhe e minima in Asia. Le Chiese ortodosse sono originariamente Chiese nazionali, hanno in totale 250 milioni di battezzati e sono presenti principalmente nell’Europa Orientale e in Medio Oriente.
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Quello che hanno in comune
Hanno in comune: la Bibbia, i sacramenti, la dottrina dell’episcopato e del sacerdozio, le leggi dei primi sette Concili ecumenici (detti «Concili della Chiesa indivisa»: la Chiesa Cattolica ne ha poi «celebrati» altri 14 che non sono riconosciuti dall’Ortodossia), il «Credo apostolico», la venerazione di Maria e dei santi, il culto delle reliquie.
 Le principali divisioni
Tre sono le divisioni principali: sulla figura del Papa, sulla disciplina del matrimonio, sui dogmi mariani (Immacolata Concezione e Assunzione in Cielo) e su ogni altra dottrina o legge definite da Roma e dai suoi Concili dopo la separazione del 1054 (Scisma d’Oriente).
Al Papa le Chiese dell’Ortodossia sono disposte a riconoscere un primato d’onore ma non un primato di giurisdizione, cioè di governo.
MATRIMONIO: Per le Chiese Ortodosse il matrimonio è unico come per la Chiesa Cattolica, ma con varia regolamentazione tutte praticano una “benedizione” delle seconde nozze per il coniuge incolpevole della rottura del primo matrimonio.
PASQUA: Per la chiesa cattolica, la Pasqua cade la domenica successiva alla prima luna piena di primavera, cioè dopo il 21 marzo. Di conseguenza è sempre compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile, prima del successivo plenilunio. La chiesa ortodossa calcola invece la data della Pasqua secondo il calendario giuliano.
FEDE:  nel credo cattolico il Dio è uno e trino, come composto da padre, figlio e spirito santo, mentre per gli ortodossi questo concetto non è contenuto nel Vangelo.
Risultati immagini per simboli della chiesa ortodossaSCISMA: La divisione formale tra Occidente cristiano e Oriente cristiano ha avuto luogo nel 1054. In parte rifletteva la rivalità culturale e geopolitica tra l’impero romano d’oriente di lingua greca, ovvero Bisanzio, e l’Europa occidentale di lingua latina, in cui l’autorità romana era crollata nel quinto secolo ed erano emersi nuovi centri di potere.
Le tensioni crebbero all’inizio dell’undicesimo secolo, quando i normanni, cattolici, invasero le zone grecofone dell’Italia meridionale, imponendo pratiche latine alle chiese della regione. Il patriarca di Costantinopoli si vendicò chiudendo gli avamposti di culto in stile latino nella sua città, e il papa inviò una delegazione a Costantinopoli per risolvere la disputa. Il capo della delegazione, il cardinale Umberto, scomunicò il patriarca che, a sua volta, fece lo stesso con il cardinale. Appena prima di questa rottura, erano andate crescendo le differenze a proposito della presunta autorità papale su tutto il mondo cristiano, che contrastava con l’idea ortodossa che tutti gli antichi centri del mondo cristiano (Antiochia, Alessandria e Gerusalemme, oltre a Roma e Costantinopoli) avessero uno statuto più o meno equivalente.
Gli ortodossi entrarono in contrasto con il papa, il quale aveva autorizzato una versione della dottrina che, a loro avviso, equivaleva a un leggero svilimento dello spirito santo. A questa questione teologica si aggiunse un’importante disputa geopolitica: nel 1204 gli eserciti latini depredarono Costantinopoli, che era ancora il principale centro commerciale e culturale del mondo cristiano, imponendo un regime latino per circa sessant’anni. Nella memoria collettiva degli ortodossi, questo atto di tradimento da parte di altri cristiani indebolì la grande città, rendendo inevitabile la sua conquista da parte dei turchi musulmani nel 1453.
Essendosi separati, l’Occidente cristiano e l’Oriente cristiano hanno dato vita a tradizioni teologiche differenti. L’Occidente ha sviluppato l’idea di purgatorio e di “sostituzione della pena” (l’idea, diffusa tra i protestanti che il sacrificio di Cristo sia stato un necessario prezzo da pagare per salvare gli esseri umani). Nessuno dei due insegnamenti è accettato dai cristiani ortodossi. L’Oriente, con la sua tendenza a fondere l’intellettuale e il mistico, ha esplorato l’idea che Dio sia al contempo inaccessibile alla ragione degli uomini e accessibile al loro cuore.
Fonti:

La decolonizzazione

Decolonizzazione: Processo storico attraverso cui un territorio sottoposto a regime coloniale (di sfruttamento) acquista l’indipendenza politica, economica e tecnologica dal paese ex-colonizzatore.

In particolare, il processo storico, iniziato con la Seconda guerra mondiale e proseguito negli anni 1970,  ha portato alla dissoluzione dell’assetto coloniale imposto alla quasi totalità dell’Africa, a buona parte dell’Asia e a territori delle Americhe.

Ricorda che l’ONU dichiara illegittimo il colonialismo.

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La decolonizzazione avvenne in tre fasi.

  • 1945-1956, acquistano l’indipendenza l’Asia e la maggioranza del mondo arabo
  • 1957-1965, ottengono l’indipendenza l’Algeria, l’Africa sub-sahariana
  • 1966-1990 l’America centrale e l’Africa meridionale

LE PRINCIPALI CAUSE DELLA DECOLONIZZAZIONE
Molteplici sono i motivi che spiegano il processo di decolonizzazione. Tra i più importanti segnaliamo:

  • La debolezza dell’Europa che esce devastata dalla seconda guerra mondiale e in particolare la crisi delle vecchie potenze colonialiste come la Francia, la Spagna, il Portogallo, …
  • L’emergere di un mondo bipolare, controllato dalle due superpotenze uscite vincitrici dalla guerra: gli Stati Uniti e l’URSS.
  • La posizione di principio anticolonialista degli USA – che vedono la loro nascita, nel secolo XVIII°, dalla guerra d’indipendenza anticolonialista contro l’Inghilterra – e dell’Unione Sovietica che difende il principio di autodeterminazione dei popoli e che spinge tutte le colonie a lottare per l’indipendenza.
  • Il sostegno dell’ONU all’autoderminazione dei popoli.

Alla fine della seconda guerra mondiale il mondo era diviso in due blocchi. A questi due si aggiunse il blocco definito terzo mondo, ossia quello costituito da paesi poveri e arretrati, spesso privi di risorse naturali, che le potenze coloniali avevano sfruttato senza curarsi del loro sviluppo economico.

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INDIA

In India si afferma una lotta politica non violenta. L’India si libera dal dominio inglese nel 1947 dopo lunghi anni di lotta non violenta, guidata da Gandhi, avvocato induista leader del partito del Congresso. La sua lotta si basava sul boicottaggio dei prodotti inglesi e delle leggi ritenute ingiuste.

La marcia del sale del 1930: il governo britannico aveva imposto la tassa sul sale, che colpiva la popolazione indiana,  in risposta Gandhi organizzò e guida quella che resterà nella storia come “la marcia del sale”, episodio emblematico della crociata nonviolenta portata avanti dal leader indiano.

La marcia durata 24 giorni, portò la protesta pacifica direttamente nelle saline, presidiate dalla polizia inglese. Partirono in 78; arrivano in diverse migliaia. Quando all’esercito giunse l’ordine di sparare sulla folla, gli ufficiali si rifiutarono.

La marcia del sale si concluderà con l’arresto di più di 60.000 persone, tra cui Gandhi, condannato a 6 anni, e moltissimi membri del Congresso, ma l’opinione pubblica prenderà nettamente posizione a favore degli indiani.

Nel 1947 gli inglesi concessero l’indipendenza all’enorme colonia indiana che venne suddivisa in due Stati: India, a maggioranza indù e Pakistan a maggioranza musulmana.

Un anno dopo l’indipendenza, Gandhi venne assassinato da un fanatico indù.

BRICS in economia internazionale è un’associazione di cinque paesi tra le maggiori economie emergenti. Il nome è l’acronimo delle iniziali dei cinque stati:

  • Brasile
  • Russia
  • India
  • Cina
  • Sudafrica

 

 Indocina

Per Indocina intendiamo la penisola dell’Asia sud orientale, formata da diversi stati tra cui Laos, Cambogia, Vietnam.

Vietnam

Il processo di decolonizzazione iniziò in Vietnam già durante la seconda guerra mondiale, con la creazione di un movimento indipendentista.

Dal 1945 al 1954 il Vietnam combatte una guerra di liberazione contro i francesi. 

 

Un soldato si immerge nel Mekong, a sud di Saigon, il 10 settembre 1968. - (Henri Huet, Ap/Ansa)

Il Vietnam vittorioso avrebbe dovuto ottenere l’indipendenza, ma Usa e Urss si accordarono per dividerlo in due, lungo il 17 esimo parallelo:

  • il nord sotto il governo filorusso di Ho Chi Min, con capitale Hanoi
  • il sud con governo filoamericano, con capitale Saigon.

Questa spartizione era un classico frutto della guerra fredda.

Nel 1975 il Vietnam diventò un unico stato indipendente con capitale Hanoi.

Il Vietnam è rimasto un paese comunista, ha da tempo riattivato i rapporti con Stati Uniti, Giappone, e Europa.

 

Adotta una Figura Retorica

Prendete una parola, prendetene due
fatele cuocere come se fossero uova
scaldatele a fuoco lento
versate la salsa enigmatica
spolverate con qualche stella
mettete pepe e fatele andare a vela
Raymond Queneau

 

Per avvicinare i giovani studenti alla comprensione delle figure retoriche, ho proposto un’attività didattica creativa, in grado di mettere in gioco la facoltà di esplorazione e la metacognizione. 

Questa attività didattica è stata anche stimolata dal corso di aggiornamento professionale, promosso dall’Accademia dei Lincei.

Percorso Operativo: Adotta una figura retorica

  1. Scegli la tua figura retorica preferita;
  2. Spiega le caratteristiche della figura retorica e il motivo per cui hai fatto questa scelta;
  3. Cita un esempio tratto da una poesia per ragazzi, come ad esempio poesie di Rodari.

Esempi di lavori 

A cura di Egle, classe 1^ E

Ho deciso di adottare la personificazione. Si tratta di una figura retorica che consiste nell’attribuzione di comportamenti, pensieri umani a qualcosa che umano non è.

Oggetto di personificazione può essere una cosa, un animale o anche un concetto astratto, come la pace, la giustizia, la vendetta.

La retorica della personificazione è anche usata in pubblicità.

Ad esempio, in Geox: La scarpa che respira. In questo caso, abbiamo un esempio tipico di trasposizione di un’azione dell’essere umano (il respiro) su un oggetto inanimato (la scarpa).

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Un altro classico esempio di personificazione sono le mascotte, personaggi utilizzati come testimonial di prodotti, che spesso coincidono con il prodotto stesso. Penso ad esempio agli m&m’s o all’aceto balsamico Ponti.

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Grazie alla personificazione è possibile ampliare gli aspetti collegati all’umorismo o alle emozioni. 

Oltre alla pubblicità, la personificazione compare in numerose poesie. Un esempio di questa figura retorica è presente nella poesia Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, in cui Leopardi si rivolge alla luna: Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai/silenziosa luna?

Un altro esempio, è presente in Cade la neve di Alda Merini.

Cade la neve: tutt’intorno è pace

Sui campi e sulle strade;

silenziosa e lieve,

volteggiando la neve cade.

Danza la falda bianca

nell’ampio ciel scherzosa

poi sul terren si posa stanca. (…)

In questa poesia, personificazioni e metafore si alternano tra loro.

La neve è rappresentata come una bella e dolce fanciulla, che danza e volteggia con leggiadria, come se fosse una ballerina; poi affaticata, s’adagia e s’addormenta nella sua pace, giacché la neve è metafora della pace che scende nella profonda indifferenza del mondo.

A cura di Sofia G.,

classe 1^ E

Ho scelto di adottare l’anafora. Questa figura retorica consiste nel ripetere due o più volte un’espressione all’inizio di frasi o di versi successivi, per sottolineare un’immagine o un concetto: si tratta del modulo tipico della ripetizione. Mi piace perché dà ritmo e musicalità alla poesia.

La poesia in cui è presente questa figura retorica è Il più bello dei mari di Nazim Hikmet

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.

Quando leggo questa poesia, immagino che il poeta stia parlando con la persona che ama, probabilmente una donna, cercando di trasmetterle serenità e ottimismo verso il futuro, anche facendola riflettere sugli eventi che potranno accadere.

Questa poesia non è da intendersi letteralmente, parola per parola, ma con un significato spirituale e figurato.

Infatti, l’espressione ‘Il più bello dei mari’ è quello che non navigammo’ significa che la parte migliore della vita deve essere ancora affrontata; l’espressione il più bello dei nostri figli, non è ancora cresciuto, significa che il tempo in famiglia crescerà sempre di più.

 

A cura di Sebastiano M.G., 

Classe 1^ E

Per la mia ricerca sulle figure retoriche, ho scelto le canzoni di Fabrizio De André, che hanno una forma poetica e letteraria.

 

Per le figure retoriche di suono, allitterazione e onomatopea, ho scelto i versi di seguito, estrapolati da Amore che vieni, amore che vai:

E tu che con gli occhi di un altro colore

mi dici sempre le stesse parole d’amore (…)

Come si nota è presente un’allitterazione, tramite l’utilizzo di molte “r”, che dà la sensazione dell’amore che scappa velocemente.

In Se ti tagliassero a pezzetti, trovo che nel verso Il regno dei ragni… richiami il lavorio delle zampette dei ragni:

     Se ti tagliassero a pezzetti

     il vento li accoglierebbe

     il regno dei ragni cucirebbe la pelle

     e la luna tesserebbe i capelli e il viso.

Per le figure retoriche di significato, similitudine, metafora e sinestesia: in La canzone di Marinella e Il pescatore ci sono due belle similitudini, citate di seguito evidenziate:

     Bianco come la luna il suo cappello

      come l’amore rosso il suo mantello(…)

 Per la metafora ho scelto Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers:

 

     Al sol della calda primavera

     lampeggia l’armatura

     del Sire vincitor.

Avvicinare l’immagine del mondo con quella del cuore mi fa pensare che il cuore di De André è vasto e grandissimo.

 

In Canzone del maggio c’è la personificazione:

     Anche se il nostro maggio

     ha fatto a meno del vostro coraggio

     se la paura di guardare

     vi ha fatto chinare il mento

     se il fuoco ha risparmiato

     le vostre Millecento

     anche se voi  vi credete assolti

     siete lo stesso coinvolti.

E in L’ombra di Maria è presente la sinestesia:

 

Nel grembo umido, scuro del tempio

l’ombra era fredda,gonfia d’incenso.

 

E per finire per le figure di ordine come l’anafora  ho scelto  Il pescatore:

 

     Venne alla spiaggia un assassino

     due occhi grandi da bambino

     due occhi enormi di paura

     eran gli specchi di un’avventura (…)

E’ stato molto bello scoprire che all’interno delle canzoni di Fabrizio De André ci sono tantissime figure retoriche.

La mia figura retorica preferita è l’anafora perché nella ripetizione si formano anche delle sonorità che rendono il testo ancora più bello e ritmico.

 

A cura di Stefano T.,

classe 1^ E

Ho scelto di adottare la metafora. Questa figura retorica consiste nella sostituzione di una parola con un’altra, legata alla prima da un rapporto di somiglianza. Essa mi piace perché le frasi arricchite dalle metafore sono più stimolanti e creative.

Ho scelto la poesia di Rodari, intitolata La scuola dei grandi, poiché tratta un tema che mi sembra familiare, in quanto essa associa al vita dei grandi a quella degli studenti.

La scuola dei grandi, di Gianni Rodari

Anche i grandi a scuola vanno

tutti i giorni di tutto l’anno.

Una scuola senza banchi

senza grembiule nè fiocchi bianchi.

E che problemi, quei poveretti

a risolvere sono costretti:

In questo stipendio fateci stare

vitto, alloggio e un po’ di mare (…)

In questa poesia, Rodari vuole farci capire che non si finisce mai di andare a scuola anche da adulti e quindi di studiare e imparare cose nuove. La scuola dei grandi non ha vacanze, dura un anno intero, poi un altro è un altro ancora ed essi devono riuscire a far rientrare in quello che guadagnano tutti i bisogni della famiglia.

Insomma la vita da adulto non è proprio rosa e fiori, perché anche per loro ci sono lunghi momenti difficili, come nella scuola che viviamo noi alunni.In questo caso Rodari non sostituisce semplicemente una parola con un’altra a cui è legata da un rapporto di somiglianza, ma l’intera poesia è tutta una metafora in cui la vita degli adulti è rispecchiata dalla vita degli scolari.

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A cura di Virginia M.,

Classe 1^ E

La mia figura retorica preferita è la similitudine, perché evidenzia la somiglianza tra due elementi e li paragona tra loro.

Ho scelto questa figura retorica perché mi piace il modo creativo in cui viene espressa la somiglianza.

Per esemplificare la mia riflessione, ho scelto la poesia San Martino di Carducci.

 

 San Martino di Carducci

La nebbia a gl’irti colli

Piovigginando sale,

E sotto il maestrale

Urla e biancheggia il mar; (…)

 

Tra le rossastre nubi

Stormi d’uccelli neri,

Com’esuli pensieri,

Nel vespero migrar.

 

In questa poesia Carducci descrive il paesaggio e la vita del suo borgo, nel giorno di San Martino. In questo quadro autunnale Carducci rievoca la semplicità agreste della sua terra d’infanzia. Le immagini degli elementi della natura: nebbia, colline, mare, comunicano armonia ed equilibrio. La similitudine è: uccelli neri, come esuli pensieri, in cui si paragonano gli uccelli ai pensieri, che si vorrebbero mandare via lontano. Questa similitudine mi ha colpito, perché solitamente si paragona una cosa astratta a una concreta e non viceversa.

A cura di Martina D., 

Classe 1^ E

La figura retorica che ho scelto è la personificazione. Essa dà vita a un oggetto o a un animale, a cose sia concrete che astratte, come se improvvisamente avessero i cinque sensi. Ho scelto questa figura retorica perché attribuire un’anima a oggetti senza vita mi pare creativo e divertente. Infatti, la personificazione ti permette di sbrigliare la fantasia e di entrare in un mondo magico.

Per rappresentare la mia figura retorica del cuore, ho scelto la Luna bambina,di Rodari.

 

E adesso a chi la diamo

questa luna bambina

che vola in un “amen”

dal Polo Nord alla Cina?

 

Se la diamo a un generale,

povera luna trottola,

la vorrà sparare

come una pallottola. (…)

 

 In questa filastrocca, il poeta vuole dare la luna a qualcuno, ma non sa a chi. Ipotizza di donarla a un generale, che la sparerebbe, a un avaro, che la metterebbe in banca a un calciatore, etc. etc. Come leggiamo nei versi, la luna ha sentimenti umani (personificazione).