Gli scienziati possono avere i laboratori più sofisticati, ma non dimenticate mai che ‘eureka’ è stato detto in una vasca da bagno.
(Toba Beta)
Un oggetto che ha cambiato la storia dell’umanità: il nastro adesivo
a cura di Roberto S., classe 3^ G
Il nastro adesivo (anche detto scotch) è un oggetto che usiamo quotidianamente, per moltissimi scopi: per imballare un pacco, per aggiustare un foglio di carta o qualsiasi altro oggetto, per tenere insieme due superfici, per proteggere momentaneamente una superficie mentre si sta verniciando una superficie vicina.
Questo oggetto rivoluzionario ha cambiato la storia dell’umanità ma è un’invenzione relativamente recente: fu ideato nel 1925 dall’ingegnere Richard Drew, per uno scopo ben diverso da quello che ci si può immaginare; il nastro adesivo era destinato infatti per dipingere le rifiniture delle auto, dove era impossibile evitare sbavature della tintura: la soluzione a questo problema fu infatti quella di applicare, con una leggera pressione ai bordi della zona da colorare, un nastro di cellophane con un lato adesivo, che, una volta finito il lavoro, si poteva tirare via lasciando tutto pulito.
Le prime prove furono poco convincenti, anche perché la quantità dell’adesivo non era mai abbastanza, dovendo essere spalmato facilmente sul cellophane che spesso si piegava e arricciava durante la stesura. Un garzone d’officina scherzosamente intimò Drew di intercedere con i suoi capì alla 3M affinché fossero meno “scozzesi” (“your scotch bosses” furono le parole esatte), meno avari cioè, con le quantità. Infatti, grazie a una nuova formula per la colla, che la rendeva più spalmabile, il quantitativo di adesivo raddoppiò e soprattutto il nastro reggeva, applicato anche con una piccola pressione delle mani.
Nel 1930 il prodotto di Drew fu commercializzato dalla 3M con il nome di Scotch, trasparente e resistente all’umidità.
Fu un clamoroso successo, complice anche l’epoca: erano gli anni della grande depressione economica negli Stati Uniti e per risparmiare si usava ogni espediente. I cittadini americani scoprirono presto che con quel rotolino di cellophane potevano fare di tutto, dall’aggiustare giocattoli rotti al riparare le pagine di un libro, fino ad accomodare un paralume o un vetro, evitando molte e inutili spese.
Nel 1932 arriva la prima miglioria al prodotto. John Borden firma l’invenzione del dispenser per lo scotch, un supportino per il nastro con tanto di lametta per facilitarne il taglio. I primi modelli erano in ghisa e piuttosto pesanti, ma ben presto vennero sostituiti con quelli a chiocciola, di plastica e quindi più leggeri e maneggevoli.
Dallo scotch nacque così un’inesauribile voglia di ricerca che ha portato (tra le altre cose) a un altro pilastro delle invenzioni moderne più significative (nonché un altro dei prodotti su cui la 3M ha costruito negli anni la sua leadership planetaria nel settore): il Post-It.
Penso che il nastro adesivo sia utile soprattutto per i suoi svariati usi, che possono servire sia a normale gente per riparare ad es. un foglio di carta, sia alle grandi industrie, che imballano i loro prodotti attraverso l’uso dello scotch.
Insomma, il nastro adesivo è un’ invenzione rivoluzionaria, un mezzo efficace e sempre a portata di mano che ha cambiato positivamente la nostra vita di tutti i giorni.
Curiosità
-Il Post-it è un derivato dello scotch, che Art Fry, ricercatore della 3M, ideò. Fry amava cantare nel coro della North Presbiterian Church di North St. Paul, nel Minnesota. Nello svolgimento di questa sua attività, si imbatteva costantemente in un banale ma fastidioso problema. Per ritrovare subito tutti i canti che si dovevano eseguire era solito inserire nel libro alcuni foglietti di carta, in corrispondenza dei canti prescelti, con funzione di segnalibro. Però erano più le volte in cui i foglietti, cadevano dal libro mentre lo si apriva rispetto che quelle in cui svolgevano il loro lavoro. Fu durante uno di quei momenti in chiesa che inizio a pensare di cercare una soluzione a quel problema, come sempre lui racconta: “Non so se a causa di un sermone noioso o di un’ispirazione divina, ma quel giorno pensai a come risolvere questo inconveniente. D’improvviso mi venne l’idea di un adesivo… Non di un adesivo qualunque, di uno che era stato ideato e provato da un mio collega alla 3M, Spencer Silver, ma che era poi stato scartato perché aveva il difetto di perdere la propria capacità adesiva dopo poco tempo”. Fu facile per Fry migliorare e mettere in commercio il progetto abbandonato dal suo collega Silver.
– Sebbene sulla data ci possano essere comprensibili discordanze, il 27 maggio in alcuni stati del mondo si festeggia il Cellophane Tape Day. Esattamente: la Giornata del nastro adesivo, nata per festeggiare l’ottantaseiesimo anniversario di una delle invenzioni più rivoluzionarie dell’era moderna.
La chiusura lampo ha spodestato i bottoni e l’uomo ha perduto quel po’ di tempo che aveva per pensare, al mattino, vestendosi per andare al lavoro, ha perso un’ora meditativa, filosofica, perciò malinconica (Ray Bradbury, Scrittore e sceneggiatore americano 1920-2012)
Svolgi una ricerca su un oggetto che ha migliorato la vita dell’uomo.
A Cura di Greta C., classe 3^ G
Parlerò della ZIP. Sembra incredibile, ma dalla prima idea della cerniera lampo fino al suo perfezionamento per arrivare alla cerniera che oggi conosciamo sono stati necessari più di 50 anni di studi e di sperimentazioni.
Eppure sembrerebbe un oggetto molto semplice: due fettucce di stoffa alle quali sono attaccate delle piccole catene dentate composte da denti metallici che, all’atto della chiusura resa possibile da un cursore, si incastrano perfettamente gli uni negli altri. Due fermi impediscono al cursore di uscire dalla sua sede anche quando si procede ad un’apertura o a una chiusura della cerniera con particolare forza.
Il primo meccanismo che in qualche modo può essere indicato come l’antenato della cerniera fu inventato nel 1851 da Elias Howe, lo stesso inventore della macchina per cucire, che brevettò una “chiusura automatica continua per abiti“, composta da una serie di ganci uniti da un cordoncino che scorreva su denti metallici.
Il primo miglioramento fu portato da Whitcomb Judson che all’Esposizione Mondiale di Chicago del 1893 presentò la “chiusura di sicurezza separabile“, che aveva come obiettivo quello di sostituire le stringhe di scarpe e stivali. Per la produzione e la commercializzazione di questo prodotto Judson fondò la Universal Fastener Company che però non ebbe il successo sperato.
Tra i progettisti di questa azienda, c’era anche un ottimo progettista di origine svedese, Gideon Sundback, che nel 1913 riuscì finalmente a progettare e brevettare la cerniera lampo così come la conosciamo oggi. Tanto che è proprio a Sundback che gli storici attribuiscono l’invenzione della cerniera. All’inizio venne utilizzata solo per chiudere le piccole taschine poste sulle cinture e le tabacchiere, ma durante la prima guerra mondiale l’esercito americano utilizzò le cerniere di Sundback per chiudere le tasche delle uniformi dei militari.
L’industria dell’abbigliamento e della moda si avvicinò alla cerniera lampo solo nei primi anni ’30, inizialmente utilizzata solo per i pantaloni maschili ma ben presto espandendo il suo fascino nel mondo della moda.
Nel 1934 fu fondata in Giappone la YKK ancora oggi la più grande azienda di cerniere lampo. La YKK con 36.000 dipendenti che lavorano in 257 impianti produttivi e uffici in 66 Nazioni nel mondo, produce 2 milioni di Km. di cerniere lampo ogni anno.
CONTESTO STORICO
Volendo fare una connessione col periodo storico, visto che la zip prende forma tra il 1851, il 1893 e 1913, farei riferimento alla Belle epoque, l’epoca bella. In quel periodo le invenzioni e i progressi della tecnica e della scienza furono senza paragoni con le epoche passate. Fu un’epoca caratterizzata da grande benessere, scoperte e invenzioni che migliorarono la qualità della vita
L’illuminazione elettrica, la radio, l’automobile, il cinema, la pastorizzazione, e altre comodità, tutte contribuirono ad un miglioramento delle condizioni di vita e al diffondersi di un senso di ottimismo.
Certamente non sapevo che a questa epoca appartiene anche la famosa cerniera lampo.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
Quando mi è stato dato questo compito sono andata a guardare quali fossero le prime dieci scoperte/invenzioni che hanno migliorato la qualità della vita e quindi anche la nostra vita quotidiana. Mi sono molto sorpresa nel vedere che la chiusura lampo figurasse tra le prime. Non avrei mai immaginato che un oggetto umile e all’apparenza semplice, avesse una storia lunga e complicata. Non immaginavo che per inventarla è stato necessario un processo così lungo e pieno di difficoltà.
Il telefono
a cura di Sebastiano M. G.,
classe 1^ E
L’INVENZIONE DEL TELEFONO
Quando ho compiuto 11 anni ho ricevuto in regalo un telefono cellulare che uso quasi tutti i giorni e mi sono chiesto quale fosse l’origine del telefono. Di seguito spiego cosa ho scoperto.
Negli stessi anni in cui fu costruito il telegrafo un gruppo di scienziati e inventori proposero uno strumento nuovo e più potente, capace di trasportare la voce umana a distanze crescenti. Nacque così il telefono, che veniva considerato come un telegrafo parlante, ma più rapido e comodo. Il suo inventore fu Antonio Meucci e i primi a utilizzarlo furono banchieri, agenti di cambio e le ferrovie.
Dopo la prima guerra mondiale anche in Italia si cominciò ad usarlo non solo per le chiamate di lavoro ma anche per fare quattro chiacchiere e così cominciò a diffondersi su tutto il territorio nazionale.
La vera rivoluzione del telefono avvenne tra il 1970 e il 1990 quando iniziarono ad apparire nuovi accessori come la segreteria telefonica, il fax, il cercapersone, la filo-diffusione, il viva voce.
Tre strumenti in particolare hanno cambiato drasticamente sia la forma che l’uso del telefono: il cellulare, la telefonia mobile e internet, che ha rivoluzionato il nostro modo di vivere tramite il computer, i messaggi e le videochiamate.
Il 30 aprile 1986 l’Italia si collegò ad Internet per la prima volta: un evento epocale di cui però nemmeno i giornali si accorsero! Il primo segnale partì da Pisa ed arrivò a Roaring Creek, Pennsylvania e fu lanciato in rete grazie ai satelliti di Tele Spazio in Abruzzo.
Sono rimasto molto affascinato dall’evoluzione del telefono e in particolare dalla creazione di Internet.