Divina Commedia

Divina Commedia integrale

La Divina Commedia

La Commedia è un poema, cioè un’opera narrata in versi, nel quale si narra il viaggio compiuto da Dante nei tre regni dell’OltretombaInferno, Purgatorio e Paradiso. Ovviamente, si tratta di un viaggio fantastico, simbolico che il poeta fiorentino inventa allo scopo di indurre i lettori a perseguire il Bene e la verità, descrivendo loro le pene che, dopo la morte, attendono i peccatori ed i premi che sono riservati agli uomini buoni.

Visione del cosmo di Dante

Alla base della visione dantesca del cosmo vi è il sistema tolemaico, elaborato dall’astronomo e geografo egiziano Claudio Tolomeo, vissuto nel II secolo d. C. e ritenuto valido per tutto il Medioevo grazie all’opera di diffusione del filosofo e teologo medievale Tommaso D’Aquino.

Secondo tale sistema, al centro dell’Universo c’è la terra, concepita come una sfera di materia opaca, sospesa ed immobile, divisa in due emisferi: quello boreale (settentrionale) costituito dalle terre emerse, sotto le quali si apre la voragine dell’Inferno; e quello australe (meridionale) costituito dall’Oceano, dal quale emerge la montagna del Purgatorio.

Secondo il sistema tolemaico, la terra è circondata da nove sfere concentriche di materia limpida ed incorruttibile che ruotano attorno ad esse: i cieli.

Oltre lo spazio fisico, si ha l’Empireo il non spazio che è la sede propria di Dio, degli angeli e dei beati.

La struttura dell’Inferno dantesco

L’inferno è immaginato da Dante come una voragine posta al di sotto delle terre emerse, nei pressi di Gerusalemme e profonda fino al centro della terra, dove è conficcato Lucifero. Alla caduta di Lucifero è collegata anche l’origine dell’Inferno. Prima di accedere all’Inferno si attraversa l’Antinferno che si estende fino al fiume Acheronte. In esso sono puniti gli ignavi e gli angeli neutrali.

Al di là dell’Acheronte si ha l’Inferno, suddiviso in nove cerchi, chiusi e gradatamente più stretti. I peccatori vi sono disposti tanto più in fondo quanto è grave il loro peccato. In particolare, nei primi sei cerchi sono puniti gli incontinenti, cioè coloro i quali non furono in grado di resistere ai piacere materiali; nel settimo cerchio (diviso in tre gironi) sono puniti i violenti, cioè coloro i quali hanno avuto la propria coscienza razionale ottenebrata dall‘impulsività; nell’ottavo e nono cerchio (suddivisi in dieci malebolge e in quattro zone) sono puniti i fraudolenti, cioè coloro i quali hanno utilizzato la propria razionalità mettendola al servizio del male: prima sono puniti quelli che hanno ingannato chi non si fidava di loro e poi quelli che hanno ingannato chi si fidava di loro. Alla fine della voragine c’è Lucifero.

 

La legge del contrappasso E’ un principio che regola la pena che colpisce i peccatori. Se viene conferita per similitudine, la pena è uguale alla tipologia di peccato commesso in vita; ad esempio Paolo e Francesca, nel cerchio dei lussuriosi, così come in vita si fecero travolgere dalla passione amorosa, all’inferno sono condannati, per analogia, a farsi trasportare da una bufera perenne. Se invece viene attribuita per contrasto, la pena è diversa dal delitto considerato; ad esempio, gli ignavi, all’inferno sono costretti a correre dietro un’insegna, pungolati da insetti, perché in vita non si schierarono con nessuno e vissero per inerzia.

Riassunto generale dell’Inferno dantesco

Nella notte tra il 7 e l’8 aprile del 1300, l’anno del primo giubileo indetto da Bonifacio VIII, Dante si smarrisce in un fitto bosco. Gli appare un colle da percorrere. Tuttavia, tra animali feroci (lonza/lince, leone e lupa) gli impediscono il cammino. Mentre il poeta fugge gli appare Virgilio, celebre poeta latino, il quale gli spiega che per scampare alle fiere non vi è altra via che seguirlo ed attraversare sotto la sua guida, il regno dei morti.

VESTIBOLO_IGNAVI I due letterati giungono alla porta dell’Inferno, varcata la quale accedono al vestibolo (ingresso). Qui vi sono le ombre di coloro che vissero senza infamia e senza lode, cioè gli ignavi, ossia coloro che in vita, per quieto vivere, evitarono di assumersi delle responsabilità. Essi corrono incessantemente dietro a un’insegna, pungolati da mosconi e vespe, secondo la regola del sistema punitivo dell’Inferno, il contrappasso, il base al quale l’intensità e la qualità della pena devono corrispondere al genere di peccato commesso.

RIVE FIUME ACHERONTE Attraversato il vestibolo, Dante e Virgilio giungono sulle rive del fiume Acheronte, dove si radunano i dannati, per essere trasportati sull’altra riva da Caronte, un demone dagli occhi di fuoco. Questi, accortosi che Dante è vivo, cerca di allontanarlo, ma Virgilio interviene ed impone a Caronte di piegarsi alla volontà del cielo, che ha voluto il viaggio ultraterreno di Dante.

 

PRIMO CERCHIO_NON BATTEZZATI Nel primo cerchio dell’Inferno, propriamente detto Limbo, si trovano le ombre di coloro che morirono senza battesimo. Tra questi, in una parte illuminata da un fuoco, all’interno di una castello si trovano gli eroi, i poeti, i filosofi e gli scienziati, che resero grande l’età pagana.

 

 SECONDO CERCHIO Successivamente, Dante e Virgilio arrivano nel secondo cerchio dell’Inferno che racchiude una maggiore quantità di dolore. All’entrata vi è Minosse, il ringhioso giudice infernale che dopo aver ascoltato i peccati di ciascuna anima indica ad essa, con il movimento della coda, il cerchio nel quale si deve collocare.

 

SECONDO CERCHIO_LUSSURIOSI In questo cerchio sono puniti i lussuriosi, travolti da un incessante vento vorticoso. Dante ascolta il racconto di Francesca da Polenta, da Rimini (che gli racconta della sua triste storia con Paolo) e ne è talmente commosso che viene meno.

TERZO CERCHIO_ GOLOSI Quando Dante si riprende è nel terzo cerchio, tra i golosi. Questi peccatori sono riversi in una fanghiglia fetida, colpiti dalla pioggia lacerati e intronati da Cerbero. Dante incontra il concittadino Ciacco.

QUARTO CERCHIO_AVARI E PRODIGHI Nel quarto cerchio si trova Pluto, dove gli avari e i prodighi, divisi in due schiere devono far rotolare due macigni spingendoli con il petto. Essi procedono in direzione opposta e quando si incontrano si ingiuriano a vicenda. Dopodiché, i due poeti arrivano al quinto cerchio, dove si trova la palude dello Stige, nel quale gli iracondi si percuotono tra loro, stando alla superficie e gemono sommersi nel fondo.

CITTA’ DI DITE Attraversato lo Stige, fiume dell’odio, sulla barca di Flegias, Dante e Virgilio si trovano davanti alle mura della città di Dite, che segna l’inizio del basso Inferno. Nonostante l’opposizione dei demoni infernali, posti a guardia della città, i due riescono a penetrare al di là delle mura e si ritrovano in un cimitero pieno di avelli (sepolcri) infuocati, dentro i quali sono puniti gli eretici.

SESTO CERCHIO_ERETICI E’ questo il sesto cerchio dell’Inferno nel quale si svolge il colloquio tra Dante, difensore della sua famiglia di tradizioni guelfe e il capo dei ghibellini, Farinata degli Uberti, magnanima figura capace di anteporre il bene della patria agli interessi della sua fazione.

SETTIMO CERCHIO_VIOLENTI Il settimo cerchio è riservato ai violenti. Esso è diviso in tre zone concentriche nelle quali sono collocati rispettivamente i violenti contro il prossimo (sono immersi in un fiume di sangue bollente e colpiti dalle saette dei Centauri) i violenti contro se stessi (cioè i suicidi e gli scialacquatori, trasformati in arbusti o dilaniati da cagne nere) ed i violenti contro Dio, la Natura e il Lavoro(cioè i sodomiti, i bestemmiatori e gli usurai, tutti colpiti da una violenta pioggia di fuoco). Tra le  ombre più rappresentative incontrate da Dante in questo cerchio vanno ricordate quelle di Pier della Vigna e di Brunetto Latini.  

OTTAVO CERCHIO_FRAUDOLENTI Per discendere nell’ottavo cerchio Dante e Virgilio si aggrappano alle spalle di Gerione, un mostro nuotante nell’aria. L’ottavo cerchio è diviso in dieci fosse concentriche delle Malebolge, nelle quali sono puniti coloro che usarono la propria intelligenza non per compiere il bene, ma per ingannare gli altri. Vi sono puniti i ruffiani e i seduttori che camminano sotto le continue sferzate dei demoni; gli adulatori, immersi nello sterco; i simoniaci conficcati a testa in giù entro pozzi profondi; gli indovini, che camminano a ritroso; etc.

 

NONO E ULTIMO CERCHIO_TRADITORI Dopo aver attraversato un pozzo profondo, Virgilio e Dante giungono nel nono e ultimo cerchio. Esso è costituito da un grande lago ghiacciatoil Cocito, diviso in quattro sezioni: Caina, Antenora, Tolomea e Giudecca. Qui sono puniti coloro i quali usarono la propria intelligenza per ingannare chi si fidava di loro. Si trovano i traditori dei parenti, i traditori della patria tra i quali Ugolino della Gherardesca. Al centro del lago vi è Lucifero, gigantesco mostro con tre facce e sei immense ali il cui movimento serve a congelare il Cocito. Tra i suoi denti vengono dilaniati i grandi traditori del genere umano, come ad esempio Giuda, Bruto e Cassio.

Per uscire dall’Inferno, Dante e Virgilio devono aggrapparsi al corpo peloso di Lucifero, per scivolare dalle ali alle gambe del mostro. Dopodiché, i due poeti imboccheranno un oscuro cunicolo che li condurrà nell’altro emisfero.

Riassunto generale della Divina Commedia

 PURGATORIO

La struttura del Purgatorio di Dante Il Purgatorio si erge su un’isola dell’Oceano Australe, agli antipodi di Gerusalemme. Anche la montagna del Purgatorio, come la voragine dell’Inferno è effetto della caduta di Lucifero: la colonna di terra ritiratasi per sfuggire al contatto con Lucifero è fuoriuscita nell’emisfero opposto costituendo una gigantesca montagna. Il Purgatorio è il regno della speranza, infatti in esso, a differenza dell’Inferno, sono presenti la luce e gli aspetti più leggiadri della natura. Le anime del Purgatorio sono già salve, ma prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri peccati, devono percorrere tutto il monte. Ogni anima deve dunque percorrere il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente.

Per esigenze di simmetrie con le altre parti del poema, anche il Purgatorio si presenta articolato in dieci parti: spiaggia, antipurgatorio, sette cornici del Purgatorio e Paradiso Terrestre.

Come si vede nell’immagine, il  regno della purgazione è diviso in tre parti: l’Antipurgatorio, il Purgatorio ed il Paradiso Terrestre.

 

ANTIPURGATORIO Sulla spiaggia giungono le anime che si devono purificare, trasportate da una nave leggera e velocissima mossa dalle ali di un angelo. La prima parte del monte, fino alla porta del Purgatorio, presenta una natura terrena ed è articolata in due balze ed una valletta amena. Qui si trovano le anime che peccarono di negligenza e quindi tardarono a pentirsi dei propri peccati.

PURGATORIO (7 CORNICI 7 PECCATI CAPITALI) Il Purgatorio vero e proprio è distinto in 7 cornici, secondo la dottrina di San Tommaso, che pone il disordine d’amore come causa delle diverse colpe e quindi delle varie pene. Esso è suddiviso in sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria.

Nelle prime tre cornici del Purgatorio si trovano  coloro che indirizzarono il proprio impulso amoroso verso un oggetto sbagliato; nella quarta cornice espiano le anime di coloro che ebbero poco vigore nell’amare il bene; nelle ultime tre cornici si trovano le anime di coloro che amarono eccessivamente i beni terreni.  

Costruito specularmente all’Inferno, inteso quindi non più come voragine ma come montagna, anche l’ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di Dante è infatti dal peccato più grave a quello più lieve (ancora una volta la lussuria, ovvero l’amore che eccede nella misura).

CUSTODI ANGELICI Ogni cornice ha un custode angelico, e precisamente gli angeli dell’umiltà, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell’astinenza e della castità; in ogni cornice, inoltre, gli espianti hanno sotto gli occhi esempi del loro vizio punito e della virtù opposta.

FUNZIONE DEL PURGATORIO Il Purgatorio ha la funzione specifica di espiazione, riflessione e pentimento, ed è solo attraverso il cammino, quindi il pellegrinaggio verso Dio, che l’anima può aspirare alla redenzione. Questo vale anche per Dante, che all’inizio ha incise sulla fronte sette P, simbolo dei sette peccati capitali; alla fine di ciascuna cornice l’ala dell’angelo guardiano cancella la P indicando così che quella specifica espiazione è compiuta.

PARADISO TERRESTRE Dante giunto alla sommità del monte del Purgatorio, entra nel Paradiso Terrestre, dove Virgilio deve abbandonare il poeta. Il Paradiso è attraversato da due fiumi il Lete e l’Eunoé. 

Riassunto generale del Purgatorio

La seconda cantica si apre con la descrizione del cielo nel quale brillano stelle della notte sconosciute al nostro emisfero. Ma l’alba è vicina e ciò rasserena Dante e Virgilio. Essi si trovano in una spiaggia di un’isola posta al centro di un grande oceano, che secondo la visione del cosmo di allora, ricopriva l’Emisfero meridionale o australe. Qui si fa incontro a loro Catone, un vecchio, che preferì suicidarsi per non piegarsi alla dittatura di Cesare. Catone è simbolo della libertà di spirito e svolge le funzioni di guardiano del Purgatorio (continua).

Riassunto generale del Paradiso 

Il Paradiso terrestre occupa tutta la sommità della montagna del Purgatorio. Appare come una  foresta eternamente fiorita di tutte le varietà di piante. Qui giungono le anime del Purgatorio prima di salire in Paradiso e qui giunge anche Dante, guidato da Virgilio.

Nel Paradiso terrestre, Dante prende congedo da Virgilio (che, in quanto pagano, non può avere accesso al Paradiso) e incontra Beatrice (rappresenta la Grazia divina), la donna amata nella giovinezza, che lo guida attraverso i Cieli fino all’Empireo, sede di Dio.

È infine san Bernardo di Chiaravalle ad accompagnarlo alla contemplazione di Dio.

Dante immagina il regno paradisiaco diviso in nove cerchi concentrici, corrispondenti a sette pianeti del sistema solare (nell’ordine: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno) più il cerchio delle stelle fisse e quello del Primo Mobile, da cui il poeta, nell’ultimo canto, potrà contemplare il divino.

I 9 Cieli concentrici e rotanti attorno alla Terra sono dotati di un movimento che aumenta di intensità dal primo all’ultimo.

Oltre i Cieli c’è l’Empireo, cielo di luce e immobile, sede di Dio e dei Beati, disposti in una Candida Rosa.

In più, nell’Empireo a Dante è concesso di vedere i beati come saranno dopo il Giudizio Universale.