l’Italia nel ‘600 è divisa nelle seguenti parti:
Repubblica di Venezia.Sviluppatasi a partire dal 7° secolo, si afferma nel corso dei secoli come grande potenza navale e commerciale. Oltre ai commerci sviluppa attività sulla terraferma: migliora l’agricoltura e inizia la coltivazione del gelso, con il quale si allevano i bachi da seta. Ben presto nascono e si diffondono i laboratori per la lavorazione della seta.
Ducato di Savoia. Nacque nel 1416 e terminò nel 1847 con l’incorporazione nel regno di Sardegna. Il suo territorio comprendeva gli attuali dipartimenti della Savoia, dell’alta Savoia in Francia, le Alpi marittime e numerosi possedimenti italiani in Valle d’Aosta e gran parte del Piemonte.
Granducato di Toscana. Venne istituito nel XVI dai Medici nel 1569 fino al 1859. Con l’estinzione della famiglia dei Medici, nel 1737 il territorio fu assegnato alla famiglia dei Lorena, dopodiché entrò nell’orbita degli Asburgo.
Stato Pontificio. Esercitò il proprio potere temporale dal 751 al 1870, ovvero per più di mille anni. Lo stato pontificio terminò la sua esistenza nel 1870, con la presa di Roma (Breccia di Porta Pia), che sancì l’annessione di Roma al Regno di Italia.
Repubblica di Genova. Stato dell’Europa meridionale esistente dal 1099 al 1815, quando venne annessa al Regno di Sardegna.
Regno di Napoli e di Sicilia, regno di Sardegna, lo Stato dei Presìdi appartengono alla Spagna. Gli Spagnoli considerano l’Italia una colonia da cui ricavare denaro e non si occupa né dell’agricoltura né delle manifatture. L’Italia si impoverisce sempre più, soprattutto al sud.
La Spagna governa l’Italia con tre vicerè e un governatore (a Milano) che hanno come compito quello di riscuotere le tasse. I funzionari spagnoli trattano la popolazione con prepotenza, si impadroniscono dei raccolti e delle merci e si arricchiscono sempre più. Regnavano corruzione ed ingiustizia.
Ducato di Milano. Antico stato italiano mai del tutto indipendente, ma facente parte a partire dal 1535 dell’Impero spagnolo e dal 1714 della Monarchia asburgica.