Come gestire i comportamenti problematici

 

Il rispetto è un ponte che collega le persone

 

L’operato dei docenti su ragazze/i che manifestano comportamenti-problema (gesti inappropriati verso compagni, insegnanti, aggressività verbale, atteggiamenti oppositivi, comportamenti socialmente inadeguati), si traduce fondamentalmente in richiami verbali, coinvolgimento della famiglia e un carico di lavoro aggiuntivo.

Per riflettere su questo argomento, la premessa necessaria è una riflessione sul tema della condivisone di un insieme di VALORI. Questi ultimi contribuiscono a creare un ambiente positivo e inclusivo, in cui tutti i soggetti si sentono rispettati e valorizzati.

Alcuni esempi di valori sono:

  • Rispetto: per gli altri, per le differenze culturali, per le opinioni altrui e per l’ambiente, che si manifesta nei rapporti tra tutti gli individui. Il rispetto implica l’accettazione degli altri, anche se sono diversi da noi, e il riconoscimento dei loro diritti e delle loro opinioni.
  • Responsabilità: Promuovere un senso di responsabilità individuale e collettiva verso gli studi, il comportamento e l’ambiente scolastico.
  • Integrità: Incentivare l’onestà, l’integrità e la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.
  • Collaborazione: Favorire la collaborazione tra studenti, insegnanti e genitori per creare un ambiente di apprendimento positivo.
  • Partecipazione: valore che promuove il coinvolgimento attivo di tutti gli studenti nel processo educativo. La partecipazione significa dare agli studenti la possibilità di esprimere le proprie opinioni e di prendere decisioni che riguardano la loro vita scolastica.
  • Cittadinanza: Promuovere la consapevolezza civica e il coinvolgimento nella comunità, sviluppando un senso di responsabilità sociale.
  • Creatività: Valorizzare l’innovazione e l’abilità di pensare in modo critico.
  • Empatia: Coltivare la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri.
  • Autodisciplina: Incentivare l’autodisciplina e la gestione responsabile del tempo per il successo accademico.
  • Curiosità: Sostenere la voglia di apprendere e di esplorare nuove idee e concetti.
  • Cura:  promuove il benessere di tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo. La cura significa prendersi cura degli altri, sia fisicamente che emotivamente.

L’educazione ai valori contribuisce allo sviluppo del carattere delle persone, promuovendo qualità come l’onestà, l’integrità, la responsabilità e la compassione. Queste qualità sono essenziali per la costruzione di individui consapevoli, sani, autonomi e in grado di auto-determinarsi.

L’educazione ai valori inizia in famiglia, e i genitori hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere ai figli i valori che considerano importanti. I genitori possono farlo attraverso il proprio esempio, le parole e le azioni. Ecco alcuni esempi di come i genitori possono trasmettere i valori ai figli:

  • Essere un modello positivo. I bambini imparano osservando gli adulti che li circondano. Se i genitori sono persone rispettose, responsabili e altruiste, è più probabile che i figli imparino a comportarsi nello stesso modo.
  • Parlare dei valori. I genitori possono parlare ai figli dei valori che considerano importanti, spiegando loro il significato e l’importanza di questi valori.
  • Vivere i valori. I genitori possono trasmettere i valori ai figli vivendoli nella loro vita quotidiana. Ad esempio, se i genitori dicono ai figli che è importante essere onesti, ma poi mentono loro, i figli impareranno che è accettabile mentire.

Un’educazione in famiglia basata sui valori può portare a diversi benefici per i bambini e i ragazzi, tra cui:

  • Un maggiore senso di identità: I bambini che hanno un chiaro senso dei valori che li guidano si sentono più sicuri di sé e più capaci di prendere decisioni autonome.
  • Un maggiore senso di orientamento morale: I bambini che hanno una solida base di valori sanno cosa è giusto e cosa è sbagliato, e sono più propensi a comportarsi in modo etico e morale.
  • Una maggiore resilienza: I bambini che hanno valori forti sono più resilienti di fronte alle sfide e alle difficoltà della vita.

Ciò premesso, in caso di comportamenti/problema – in famiglia o con l’aiuto di personale specialistico – bisognerebbe lavorare sul tema del CONTENIMENTO, mirato allo sviluppo della consapevolezza che in un contesto ‘esterno’ alla famiglia, quale ad esempio quello scolastico, sia necessario modificare la propria condotta, in modalità espressive socialmente accettabili. Questo lavoro determina una crescita, una maturazione costruttiva dell’intelletto e delle emozioni del soggetto.

Su questo tema, ho piacere di condividere il mio approccio da genitore, con mia figlia di 15 anni:

  • nel tempo, ho impartito (con discussioni, riflessioni, letture) il rispetto per la scuola e i docenti, non contestando mai nessuna loro azione, anche quelle – a volte -discutibili, poiché si tratta di una critica non costruttiva, che manda in confusione il soggetto in formazione;
  • ho ribadito giorno dopo giorno, le regole da rispettare (alzare la mano per parlare, non fare capricci, non litigare, collaborare con docenti e compagni), descrivendo esempi ed esperienze positive in tale direzione, in modo tale da condividere il VALORE del privilegio di avere accesso a una SCUOLA in cui è bello stare, relazionare, imparare, crescere;
  • quando sono state effettuate segnalazioni di docenti su sue piccole trasgressioni, ho messo in atto severe punizioni a suo carico, considerando che la sua unica responsabilità è quella di comportarsi bene ed avere un profitto scolastico positivo, per condividere il VALORE della FIDUCIA, che viene meno in caso di comportamenti deludenti e fuori luogo.

La mia esperienza di mamma, con una ragazzina di 15 anni è quella di una soldatessa in trincea (in quanto la sua formazione non richiede, da parte mia, uno sprint, ma una maratona, nel senso della necessità di esternare energie, attenzioni, cure verso di lei, nel quotidiano) senza avere timore di affrontare e gestire in modo costruttivo l’inevitabile conflitto che si innesca.

 

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